di Massimo Jevolella - Lanciando a sorpresa il “Giubileo della Misericordia”, Papa Francesco ha finalmente risposto alle minacce dell’Isis. Il sedicente Califfato siro-iracheno sogna di radere al suolo il Cupolone di San Pietro? E il Papa si appella allora allo spirito di Francesco d’Assisi, che un giorno disse: «Perché aggredire le tenebre? Basta accendere una luce, e le tenebre fuggono spaventate». E questa luce indicata dai due Franceschi è proprio la misericordia. Non potrebbe essere altro, dal momento che – cosa che stranamente finora nessuno ha osservato – proprio la misericordia, “rahma” in arabo, è di gran lunga la parola più importante del Corano. La radice semitica R-H-M, da cui essa deriva, è infatti la stessa che forma gli aggettivi sostantivati “Rahmàn” e “Rahìm”, ossia i due nomi più essenziali di Dio. Sono questi i due nomi che costituisono la “basmalà”, cioè il versetto iniziale di tutte (tranne una) le 114 sure o capitoli del libro sacro dell’Islàm. Nella “basmalà”, infatti, Allah viene definito “ar-Rahmàn ar-Rahìm”, ossia “il Misericordioso il Clemente”. E prima di ogni preghiera, prima di ogni azione rilevante della vita, e innumerevoli volte al giorno, ogni musulmano recita ad alta voce o nell’intimo queste parole: “Nel nome di Allah il Misericordioso il Clemente”. Quando poi due musulmani si incontrano, il saluto tradizionale che si rivolgono, dopo l’augurio di pace (“as-salàm ‘alaykum”), è proprio questo: “wa rahmatu-llah wa barakàtuhu”, ossia: “e la misericordia di Dio e la sua benedizione”.
L’essenza stessa del Corano e dell’Islàm è dunque la misericordia. La misericordia è il vero fondamento dell’Islàm. E questo testimonia una volta di più il genio altissimo di Papa Francesco. L’aria semplice di questo papa nasconde non solo un’incredibile astuzia politica, ma anche e soprattutto una profondissima teologia mistica. E non dico “mistica” a caso. Due sono infatti i grandi rami della teologia, quello filosofico- razionalista, e quello mistico, puramente spirituale e contemplativo. Ma sarebbe un grave errore pensare alla mistica come a un “affare da sognatori” distaccati dalla realtà. Invece è proprio il contrario: fuori dalla realtà sono troppo spesso le astratte speculazioni intellettuali, anche le più raffinate e ardite; aderentissima alla realtà è invece l’intuizione dei mistici come Papa Francesco, che sanno andare al sodo nei problemi del mondo, e sanno rispondere “pan per focaccia”, con la semplicità del Vangelo e del Corano, alle atrocità abominevoli e alle minacce dei seminatori di terrore e di odio, alla brutalità sacrilega di coloro che si servono del nome di Dio solo per soddisfare la loro sete di sangue e realizzare i loro sogni aberranti di onnipotenza. Nella sua omelia di venerdì, Papa Francesco ha ricordato il versetto di Luca 6, 36: «Siate misericordiosi come il Padre». Non è andato oltre a questo nel suo semplice messaggio. Perché non c’è proprio altro da aggiungere, quando si rammenta che Dio è “il Misericordioso il Clemente”. I terroristi che in modo del tutto blasfemo si autodefiniscono “islamici” stravolgono del tutto il senso del Corano, e il Vicario di Cristo impartisce loro una fantastica “lezione di Islàm”.