Spunta l’idea di un nuovo mutuo della Regione Siciliana per coprire il disavanzo. Domani la Giunta regionale dovrebbe approvare il Bilancio di previsione per il 2015.Gli aiuti promessi da Roma sono insufficienti a coprire il disavanzo: il governo Renzi potrebbe concedere, circa 2,4 miliardi, ma il buco da colmare è di circa 3,5 miliardi. E allora che si fa? Tagli, per 150 milioni di euro, e la restante parte, circa 700 milioni di euro potrebbe essere «coperto» con un nuovo mutuo concesso dalla Cassa depositi e prestiti, previo avallo del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Crocetta è contrario: ha più volte sostenuto che grazie all’aumento del Pil previsto, nel 2015 ci saranno maggiori entrate e, quindi, pur essendo inserito nel disegno di legge di stabilità, si potrebbe anche fare a meno di ricorrere al mutuo. Non aumentare l’indebitamento potrebbe evitare che le agenzie di rating declassino ulteriormente la Regione, che paga già circa 77 milioni l’anno di rate di mutuo, interessi compresi. Rata destinata a crescere con il mutuo di 1,7 miliardi autorizzato qualche mese fa dall’Ars per pagare i debiti con le imprese private, soprattutto del settore sanitario.
FALCONE. "Se prima non riusciamo a chiudere in equilibrio il Bilancio, riteniamo che bisogna soprassedere su ogni altro disegno di legge che non sia lo strumento finanziario". A dirlo è stato il capogruppo di Forza Italia all'Assemblea regionale siciliana, Marco Falcone, a proposito della richiesta avanzata dall'opposizione di centrodestra, di rimandare la discussione sulla riforma delle Province, per dare priorità all'approvazione della legge Finanziaria regionale siciliana.
Falcone ha poi parlato di "atti eclatanti" qualora non venisse data priorità alla Finanziaria. "Potremmo decidere di non partecipare al voto in modo compatto - ha detto -. Non parliamo di mozione di sfiducia, perché Crocetta è sfiduciato dallo stesso Pd, dai contrasti interni al partito che mettono invece a duro rischio le sorti della Sicilia che è vittima, oltre che destinataria, dei rapporti contrastanti e contrastati all'interno del maggiore partito di maggioranza".
Infine Falcone ha osservato come sia da affrontare anche una questione legata alla "legittimità del Consiglio di presidenza". "Oggi - ha detto -, forse soltanto nel Burundi si può registrare un Consiglio di presidenza che vede assolutamente esclusa l'intera opposizione che è fatta da 41 deputati".
PALAZZOTTO. Anche oggi ci tocca assistere al solito imbarazzante teatrino della politica siciliana, denunce, accuse, dichiarazioni ridicole. Un tutti contro tutti che va in scena ormai da troppo tempo. Intanto i numeri contenuti nell'annuario di statistica 2014 inchiodano l'intera classe dirigente dell'isola alle proprie responsabilità." Cosi il deputato siciliano Erasmo Palazzotto. "Davanti ad un'emergenza sociale di queste proporzioni ed al rischio concreto del default finanziario- prosegue Palazzotto- tutta la classe dirigente siciliana conferma di non avere alcuna idea o possibili soluzioni. Crocetta naviga a vista preoccupandosi di alzare il livello della polemica per coprire la sua incompetenza e le opposizioni si limitano a dirci ciò che già sappiamo dimenticando le loro responsabilità in questo gioco delle parti."
Per Palazzotto "Grande assente in questo dibattito è il Partito Democratico, che oggi non può fuggire dalle sue responsabilità, Crocetta è prima di tutto una responsabilità del PD. Oggi più che mai sarebbe il caso di staccare la spina a questo Governo è restituire la parola ai cittadini che potranno così giudicare chi ha condannato la Sicilia a questo martirio."