Per infiltrazioni mafiose “ci sono Comuni che sono stati sciolti piu’ volte, e’ una cosa che lascia riflettere sull’opportunita’ dello strumento, cioe’ se utilizzarlo non solo verso gli amministratori ma anche verso i quadri tecnico-amministrativi che compongono i Comuni”. A dirlo e’ il presidente del Senato, Pietro Grasso, in occasione della presentazione della Relazione conclusiva della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali che si e’ tenuta nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. “Dal 1991- sottolinea Grasso- sono 254 i decreti di scioglimento di consigli comunali per infiltrazioni mafiose, 81 dei quali riportano episodi di intimidazione e di omicidio. Sono 132 gli omicidi in quarant’anni e 70 i casi di dimissioni che si e’ accertato essere dovute a intimidazioni, laddove molti altri non sono chiaramente collegabili a violenze e minacce, anche a causa della scarsa collaborazione delle vittime con le autorita’ giudiziaria e di polizia”. Il presidente del Senato sottolinea che “il fenomeno ha indubbiamente portata nazionale, anche se si concentra maggiormente nelle regioni del Mezzogiorno (Sicilia, Calabria, Campania e Puglia), inoltre in Sardegna e in Lombardia. Il dato numerico e’ di per se significativo: sono 1265 (870 nel 2013 e 395 nel primo quadrimestre del 2014, con una forte crescita) gli atti di intimidazione considerati, rivolti soprattutto nei confronti di sindaci (per il 45%), e di componenti di giunte e di consigli comunali (per il 40% insieme).