Cosa sta succedendo coi rifiuti nella bassa provincia di Trapani?
Dal consiglio comunale aperto di martedì scorso a Campobello di Mazara, è emerso un quadro abbastanza chiaro. I problemi sono di due tipi: la mancata riapertura della discarica di Campana Misiddi e i mancati versamenti di quanto dovuto alla Belice Ambiente da parte dei comuni di Mazara del Vallo e Castelvetrano.
In tanti hanno chiesto al commissario Sonia Alfano di ritirare le dimissioni annunciate dieci giorni fa, in seguito a quelle dei suoi collaboratori, ma non c’è stato nulla da fare. Dovrebbero decidere i sindaci. E lì c’era solo quello di Campobello, Giuseppe Castiglione, che è riuscito soltanto a suscitare un applauso di auspicio tra i presenti.
Certo, per qualcuno la tentazione di attribuire alla gestione commissariale di Sonia Alfano le colpe di 10 anni di clientelismo e di scambi elettorali, è forte. Tentazione abbracciata da tempo nel caso del sindaco di Mazara Nicola Cristaldi, comune capofila dell’Ato Tp2. Mentre Felice Errante, sindaco di Castelvetrano, il secondo comune dell’ambito, è invece sembrato più cauto nel rendere evidente il gemellaggio con Cristaldi e ha preferit spostare l’attenzione soltanto sulle responsabilità (certamente esistenti) del presidente della Regione Crocetta.
Ma la vicinanza con Cristaldi è chiara: già nel gennaio del 2013 a Santa Ninfa, si incontravano per parlare della gestione della SRR. Riunioni alle quali partecipava anche il liquidatore Nicola Lisma, che invece ha sempre snobbato tutte le assemblee convocate dalla Alfano, non rispondendole nemmeno al telefono.
A stanare il sindaco di Castelvetrano è il segretario della Cgil di Trapani Vincenzo Milazzo, secondo il quale Errante “Dovrebbe chiarire la sua posizione con i rappresentanti della Belice Ambiente senza cercare capri espiatori per giustificare un'insolvenza nei confronti della società e dei lavoratori che, nonostante il mancato pagamento degli stipendi, continuano ad assicurare il servizio di raccolta dei rifiuti anche a Castelvetrano”.
LA DISCARICA E LA FIDEIUSSIONE
La discarica di Campobello rimane ancora chiusa perché manca una fideiussione, obbligatoria per legge. Ma con la Belice Ambiente in liquidazione, fino ad ora nessun broker ne ha voluto sapere. E siccome il conferimento temporaneo nella discarica Borranea di Trapani è stato interrotto a causa della sua saturazione, Crocetta ha firmato per il trasferimento dei rifiuti alla discarica di Siculiana. Una scelta che il commissario Alfano non ha condiviso, perché antieconomica: si tratta di una discarica privata, distante dai comuni dell’ambito, con costi decisamente superiori per la collettività. Ecco perché ha chiesto per iscritto alla Regione Siciliana la riapertura di Campana Misiddi. Pare che da Palermo si stiano dando da fare per risolvere l’inghippo, chiedendo ancora fior di documenti e di carte, però ad oggi la soluzione non si è ancora trovata ed è difficile dire anche se sia tecnicamente possibile che gli stessi comuni possano garantire al posto della società. Al di là di tutto, il comune di Castelvetrano sarebbe vicino al dissesto finanziario (per ammissione del vicesindaco Giuseppe Rizzo), anche se in credito nei confronti della stessa Regione per milioni di euro.
Ovviamente, focalizzarsi sul problema della fideiussione piace a tutti. Come dire: tutta colpa della burocrazia. Ma se si approfondisce un po’ la questione ecco che, al di là delle inerzie di una Regione che negli anni non ha saputo mettere a punto un’adeguata strategia di gestione dei rifiuti, spuntano anche le responsabilità locali. La fideiussione, infatti, non è una novità dell’ultima ora. C’era anche prima. E chi gestiva la Belice ambiente nel 2011 l’ha fatta scadere. Chiaramente, un conto è rinnovare una polizza, altro conto è stipularne una nuova.
Curiosamente, il sindaco Errante, da una radio locale vuole che qualcuno gli spieghi perché la legge sulle procedure d’emergenza (art. 191) non potrebbe andare in deroga anche all’obbligatorietà della fideiussione, soprassedendo invece su chi e perché l’abbia fatta scadere.
Nell’ordinanza firmata da Crocetta, per conferire nella discarica di Siculiana, gli attori sono due: la famiglia Catanzaro (proprietaria della megadiscarica) e i Comuni, che stanno provvedendo a regolarizzare i contratti. E se Campana Misiddi non riapre, i costi per la collettività sono destinati ad aumentare
GLI STIPENDI DEGLI OPERATORI
Ma anche se, ipoteticamente, la discarica di Campobello riaprisse a pieno ritmo, non è affatto detto che i rifiuti sparirebbero dalle strade. Soprattutto se gli operatori che dovrebbero portarglieli continuassero a non ricevere lo stipendio, perché i comuni non pagano la società. Non tanto quelli piccoli ma quelli di maggioranza, appunto, Mazara e Castelvetrano. Ed infatti, discarica o non discarica, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno già proclamato per il 6 maggio un'intera giornata di sciopero.
Intanto Cristaldi ed Errante, con una procedura d’urgenza (l’ormai famoso art. 191) hanno fatto sapere che provvederanno a ripulire tutto nel giro di un paio di giorni, veicolando di fatto un messaggio paradossale secondo il quale, dato che il commissario straordinario non garantisce il servizio, ecco che i comuni si vedono costretti ad agire autonomamente in via sostitutiva.
Eppure, per evitare tutto questo, la soluzione c’era. Sarebbe bastato che i sindaci avessero pagato le proprie spettanze alla società, al posto di dare una volta ogni tre mesi un quinto del dovuto e pretendere un servizio eccellente.
Inoltre Cristaldi ha già annunciato che pagherà lui gli stipendi arretrati degli operatori di Mazara. Ed Errante ha lasciato intendere, con un comunicato stampa, di voler fare lo stesso per gli operatori di Castelvetrano: “Per il loro immediato pagamento stiamo mettendo a punto apposita ordinanza per potere procedere in via diretta”.
“Niente di più falso. Molti dipendenti sono stati presi in giro – ha detto però Sonia Alfano – perché è stato detto loro che il Comune di Mazara avrebbe pagato gli stipendi, con la consapevolezza che questo non sarebbe accaduto e non accadrà, perché è giuridicamente impossibile.”
C’era da aspettarselo, visto che i lavoratori sono stati la prima “merce di scambio elettorale” sin dalla formazione del carrozzone Belice Ambiente, 10 anni fa. Perchè rinunciare adesso?
Cristaldi, che non ha mai partecipato alle assemblee dei soci, avrebbe convocato i dipendenti di Mazara per spiegare loro una verità diversa, alla quale però non si potrebbe dar seguito.
“Il 24 aprile ha promesso che li avrebbe pagati, dicendo loro di essere già in possesso di dati e cifre – ha spiegato la Alfano – ma il 27 è arrivata alla società una sua nota in cui chiede la banca dati del personale. Si continua a fare becero populismo, strumentalizzando il bisogno dei lavoratori e facendo finta di non capire che i comuni non sono sostituti d’imposta. Nessun comune può pagare gli stipendi ai dipendenti.”
I RIFIUTI DA NAPOLI
Le vasche della discarica Campana Misiddi sono 3. Di queste, soltanto una è della Belice Ambiente, sotto l’attuale responsabilità del commissario Sonia Alfano. Una vasca a norma, anche in base ai rilievi effettuati dall’Arpa. Lo stesso non si può dire per le altre due, di proprietà invece del comune di Campobello di Mazara, per le quali in passato erano stati rilevati valori inquinanti altissimi. Oggi, il comune pare stia effettuando nel tempo le prescrizioni imposte dalla precedente amministrazione giudiziaria (in seguito allo scioglimento per mafia nel 2012). Il sindaco Castiglione rassicura, dicendo che i rilievi erano stati fatti nelle immediate vicinanze della discarica e che le falde non sono state interessate all’inquinamento, perché molto in profondità.
Nel frattempo però è emerso un misterioso conferimento di circa 15 mila tonnellate di rifiuti provenienti dagli impianti di tritovagliatura (STIR) di Napoli. I rifiuti, probabilmente già imballati, sono stati scaricati proprio nella discarica di Campobello, in gran parte nel 2011 e parte nel 2012. Il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, nel 2014 ha sequestrato una montagna di carte ed attualmente ci sono indagini in corso.
Le domande sono scontate. Chi sapeva? Chi ha fatto l’accordo con i napoletani? E soprattutto, chi ha preso i soldi? Chi ha firmato per l’ingresso dei rifiuti?
Nessuno sa niente. Nessuno si è accorto di una grande operazione che di fatto ha accorciato la vita della discarica di almeno sei mesi.
Qualcuno in sala chiede al sindaco Castiglione, presidente del consiglio fino al 2011, se ne sapesse nulla. La risposta è no. “L’ho saputo un paio di giorni fa – ha affermato il primo cittadino di Campobello – Non ne sapevo nulla. E non tollero che mi vengano addossate responsabilità che non mi appartengono, perché sono disposto a denunciare chiunque”.
Chissà che ne pensa il liquidatore Lisma, al quale non è andata giù la spesa di 59 mila euro fatta dalla Alfano per l’acquisto di tre camion di seconda mano (facendo risparmiare di fatto alla società 240 mila euro in due mesi). Spese, queste si, certificate nero su bianco.
Oggi ci troviamo di fronte ad un Ato che, come sottolinea il commissario, in quanto possessore di una discarica dovrebbe essere un Ato ricco. Invece in questi 11 anni è caduto in discesa libera.
Il passaggio alla SRR (Sistema di Regolamentazione Rifiuti) si avvia alla conclusione, ma i punti interrogativi in un territorio difficile come quello trapanese, sono ancora tanti.
Sonia Alfano ha sottolineato: “Credo che una gestione trasparente della Belice Ambiente possa sicuramente agevolare un passaggio alle SRR fatto di meritocrazia e non secondo il pagamento di saldo di campagne elettorali.” Come darle torto.
Egidio Morici