Solo posti in piedi nell'aula Marchetti del Tribunale di Marsala, ieri, per l'addio a Gioacchino Natoli, il magistrato che è stato presidente del Tribunale e che ora va a dirigere la Corte d'Appello a Palermo, punto d'arrivo di una carriera vissuta sempre in prima linea. Con i soliti modi molto retorici e un po' barocchi della giustizia italiana, quella di ieri è stata una cerimonia fiume, diretta da Raimondo Genco, con tanti interventi, tutti tesi a sottolineare l'importante del contributo dato da Natoli al Tribunale di Marsala, che oggi svetta ai primi posti in Italia per efficenza.
Per l'addio al Presidente, che era in carica a Marsala dal 29 Giugno 2011, ha deposto le armi anche il "caro nemico" Di Pisa. Non è un mistero che tra Procuratore e ormai ex presidente non corra buon sangue. E infatti Di Pisa ci ha tenuto da un lato a rimarcare la grande efficenza del Tribunale, e dunque di Natoli, ma, ha aggiunto "se è così efficente è anche perchè la procura è efficente, e ha dato la massima collaborazione istituzionale", tanto che "sono state risolte insieme tante criticità".
Natoli non è un mostro di simpatia ("solo apparenti ruvidezze caratteriali" l'eufemismo più utilizzato ieri) anche questo lo sanno tutti. Soprattutto gli avvocati, che lo ha definito un "osso duro", anche se hanno cominciato ad apprezzarne la preparazione e il piglio, soprattutto quanto hanno avvertito, per usare le parole del presidente della sezione penale, Sergio Gulotta, "il cambio di passo del Tribunale". Un cambiamente così eclatante da essere stato elogiato anche dall'ambasciatore americano, che, qualche giorno fa, deprecava la lenta burocrazia italiana, ma portava come esempio di efficenza Marsala e Torino: “Mi auguro che tutti i tribunali d’Italia seguano l’esempio del tribunale di Marsala e di Torino”.
C'era il vescovo Mogavero, non c'era, tanto per cambiare, il commissario straordinario del Comune di Marsala, Bologna, sostituito però dal segretario Triolo. Così come era in aula l'ex Sindaco Renzo Carini, ricordato poi con affetto da Natoli.
A ricordare l'efficenza quasi da super uomo di Natoli ci ha pensato il presidente della sezione Gip, Parrinello, che è tornato sul delicato intervento che la scorsa estate Natoli ha subito. "Gli ho mandato un messaggio di auguri: torna presto - racconta Parrinello - ma il giorno dopo l'ho visto già in tribunale: non mi immaginavo così presto...".
L'intervento più riuscito quello di Paolo Paladino, il decano dei penalisti marsalesi, è stato sincero e affabile: "Presidente Natoli, quante volte noi avvocati l' abbiamo maledetta....", a cominciare dalla disposizione sull'obbligo delle cravette in udienza. E ancora: "Alzi la mano chi in questa aula non è stato rimproverato da Natoli, forse solo il Vescovo".
Poi, è stata la volta di Natoli. Natoli: "Sono soddisfatto per un insospettato coronamento della carriera che apre speranze per tutti - ha detto commentando il suo prestigioso nuovo incarico - . Tutti possono aspirare ad un riconoscimento giacché mi identifico nella normalità della magistratura italiana.". Circa la sua esperienza a Marsala e i risultati ottenuti Natoli parla di una "sfida della modernità". "Ho voluto dimostrare a Marsala che noi italiani siamo capaci di fare cose buone e noi meridionali in particolare possiamo essere un modello". E un avvertimento: "Indietro non si torna. Questa è una sfida, la sfida di una modernità non fine a se stessa".
Il miglior regalo a Natoli lo fa comunque oggi il Corriere della Sera, che, in prima pagina riporta le pagelle ai tribunali italiani con un titolo che lo avrà riempito di orgoglio: "Efficenza, pagelle brutte ai tribunali, l'unica sorpresa è Marsala".