“La Ryanair ha il coltello dalla parte del manico, però i Comuni devono rispettare gli impegni presi”. Interviene così il Prefetto di Trapani Leopoldo Falco a proposito dell’ultimatum della compagnia aerea irlandese per riscuotere le rate dell’accordo di co-marketing. La compagnia di voli lowcost ha minacciato una riduzione del 40% dei passeggeri in transito dall’aeroporto di Trapani-Birgi se i Comuni dovessero ancora ritardare a versare le rate del 2015. Alcune amministrazioni sono indietro anche con i pagamenti del 2014. L’accordo stipulato con la Ams, la società che si occupa del marketing per conto della Ryanair, prevede il versamento di 5 milioni di euro ogni anno, di cui 2,2 milioni sono a carico dei Comuni che non hanno libertà di manovra sui propri conti, con patti di stabilità da rispettare, e tagli dei trasferimenti statali e regionali. Una fase critica dell’aeroporto cominciata quando la Provincia Regionale di Trapani si è dovuta liberare delle quote Airgest, la società che gestisce lo scalo di Trapani-Birgi, a causa della sua abolizione a metà. Quote che sono passate alla Regione Siciliana a cui i Comuni chiedono di intervenire in maniera più chiara. Ma adesso si devono cacciare i soldi. Chi più chi meno, tutti i 24 comuni devono versare delle quote ogni anno per consentire alla Ryanair di continuare ad operare su Birgi.
Falco inizialmente ha raggruppato gli enti attorno a un tavolo per poi lasciare la cabina di regia al presidente della Camera di Commercio Pino Pace (che contribuisce all’accordo con 300 mila euro l’anno). Per il Prefetto i Comuni, adesso, sono ”assolutamente in grado di camminare da soli. I sindaci hanno fatto un grande sforzo per onorare il patto”. Le dichiarazioni dei sindaci e politici di ogni ordine e grado Falco non le commenta: “non le comprendo molto, ma sono dichiarazioni politiche e le rispetto”. Il punto, per il Prefetto, è “onorare gli impegni e dare continuità a quello che si è fatto nel primo anno. Adesso siamo nel secondo”. Ma i sindaci ritardano a versare le quote, e anche Pino Pace si è stancato di rincorrerli e ha minacciato di tirarsi indietro dalla “cabina di regia” se entro il 30 giugno (domani) i comuni non dovessero pagare. “Bisogna supportare il presidente Pace che si è preso questa responsabilità interna nei confronti di Ryanair”, ha detto Falco. E sulla compagnia aerea: “è un cliente difficilissimo, perchè sanno bene di avere il coltello dalla parte del manico. Sono forti e si fanno rispettare. Sono pronti a ridurre il numero dei voli, certamente non ad abbandonare l'aeroporto. Credo che questo sia un pericolo scongiurato. Ma la Ryanair non è da sottovalutare, perchè ha tante possibilità di spalmare le sue risorse su altri aeroporti”. Falco si è detto a disposizione dei sindaci, “seguo con molta attenzione quello che succede, e anche il presidente di Airgest Castiglione ha auto un ruolo positivo”. Nel caos aeroporto entra anche la vicenda dei 5 milioni di euro per il territorio come risarcimento dei danni provocati dalla chiusura dello scalo civile durante le operazioni militari in Libia nel 2011. Per Falco sono soldi che “hanno portato tanto ossigeno, non voglio avere nessun ruolo sulla ripartizione”. Perchè anche qui c’è stata della polemica di alcuni sindaci sulla ripartizione (Airgest 75%, comuni 25%). Su questo Falco ha detto che anche il 25% sarebbe “una bella quota che andrebbe a coprire mezza annualità di co-marketing, sono soldi che i comuni non si aspettavano. Stanno discutendo se deve essere un milione e due per i comuni o di più. Poi c’è da vedere come deve essere impegnato il 75% Airgest”. A tutto ciò si aggiunge l’Iva al 22% che non era stata quantificata in sede di stipula del contratto. Falco ha spiegato che gli enti che operano nell’accordo di co-marketing “stanno discutendo sulla quota Iva, se deve esserci una compartecipazione Airgest-Comuni”. Sul suo intervento in questa situazione delicata il Prefetto dice “sono fuori. Ma bisogna proseguire. Ogni tanto c'è qualche dichiarazione politica, ad esempio in merito al coinvolgimento dei comuni sulle scelte dirigenziali e l’incertezza sul ruolo della Regione. Questi fatti non li commento, però il milione e duecento mila euro c'è”, conclude il Prefetto, quasi a voler, zittire i sindaci scontenti ricordandogli che sono arrivati dei soldi.