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03/07/2015 06:35:00

Marsala. "Ha abusato della nipote minorenne". Chiesta la condanna a 5 anni

 La condanna a 5 anni e 4 mesi di carcere è stata invocata dal pm Buscarino per il 74enne marsalese che lo scorso novembre fu posto agli arresti domiciliari dalla polizia per abusi sessuali aggravati e continuati su una bambina di sei anni. Il presunto “orco” è processato con rito abbreviato davanti al gup Francesco Parrinello. L’indagine sul caso fu coordinata dal sostituto procuratore Nicola Scalabrini. L’imputato è difeso dall’avvocato Nino Buffa, mentre la parte civile (il padre della bambina, che per altro è parente del presunto pedofilo) è assistito dall’avvocato Gaetano Di Bartolo. Entrambi i legali sono intervenuti dopo la requisitoria del pm. L’avvocato Buffa ha ribadito l’innocenza del suo assistito. “Per questo motivo – dice il legale - ho chiesto il giudizio con il rito abbreviato condizionato all’audizione di una testimone”. Testimonianza che, comunque, non è apparsa decisiva. “L’anziano – ha, infatti, dichiarato una donna della sfera familiare, nonché vicina di casa - incontrava la bambina quando questa era a casa mia e mai ho notato fatti o comportamenti strani. Non ero presente solo quando, talvolta, scendevano giù per qualche minuto a vedere il cane”. I fatti contestati risalgono a circa sei-sette anni fa. L’indagine prese le mosse da alcune confidenze che la piccola, orfana di madre, fece a una sua insegnante. Teatro di presunti abusi è stato il quartiere popolare di Amabilina. Lo scorso 20 gennaio, nell’incidente probatorio, la giovanissima presunta vittima confermò le accuse. Per l’avvocato Buffa, però, la ragazza “non si è mostrata molto serena” e inoltre si sarebbe “contraddetta” sull’epoca dei fatti. “Prima – ha spiegato il legale – ha detto che le avances le avrebbe subìto quando aveva quattro anni. Poi, invece, quando ne aveva sei”. L’avvocato Buffa, inoltre, evidenzia che “la perizia ginecologica non ha accertato abusi sessuali”. Per il legale si sarebbe trattato solo di baci. Anche questi, però, vista l’età della piccola, configurano il reato di abusi sessuali. Davanti al gip Saladino e al pm Scalabrini, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’anziano aveva preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Con il rischio, però, di aggravare così la sua posizione agli occhi dei magistrati.  Il 74enne è parente (zio acquisito) della bambina. Le indagini sul caso furono avviate a seguito di una segnalazione dell’insegnante della piccola, con cui questa si era confidata. I presunti abusi sarebbero stati commessi quando la bambina veniva affidata all’anziano dai suoi genitori affinché vi badasse quando loro erano al lavoro o comunque fuori casa. Dopo la segnalazione dell’insegnante, la piccola fu ascoltata nella stanza ‘’Arcobaleno’’ della questura. Rivelazioni che, secondo l’accusa, avrebbero trovato successivamente riscontro, secondo gli investigatori, anche nelle consulenze di una psicologa e di una ginecologa. La sentenza è prevista per il 16 luglio.