Questa potrebbe essere la settimana buona per completare il primo storico blocco di demolizioni delle case costruite abusivamente sulla costa di Marsala.
Il primo abbattimento di un immobile abusivo risale a quasi quattro anni fa. Era il settembre 2011, lungomare spagnola, il primo sulla lista un rudere, abbattuto dopo giorni di proteste e tensioni degli abusivi.
Ora, dopo alcuni mesi, ripartono le ruspe che sono rimaste ferme per un contenzioso tra la ditta Central Tecnica di Rosolini con il Comune di Marsala. Contenzioso insanabile, e quindi revoca dell'appalto e affidamento delle ultime due demolizioni alla Diemma Service. Ultime due, così da completare la prima lista di 22 immobili da abbattere. L'elenco degli immobili insanabili costruiti a meno di 150 metri dal mare, dal Signorino a San Teodoro, e su cui ci sono state delle sentenze definitive sono oltre 500. 22 demolizioni in quattro anni, di questo passo si finirà tra 100 anni. Ma con l'erosione tra 100 anni la costa sud di Marsala potrebbe non esserci più. La burocrazia, sì, è lentissima. Ma Marsala è una delle poche città siciliane in cui sono state avviati gli abbattimenti. L'unica in provincia di Trapani.
Intanto è stato aggiudicato un altro appalto per abbattere altri 8 immobili abusivi, come gli altri acquisiti al patrimonio del comune e su cui non c'è altro da fare, perchè la loro insanabilità è passata in giudicato, non c'è più alcun ricorso da fare. E il criterio utilizzato per scorrere la lista degli abbattimenti è proprio questo. L'ordine cronologico che fa riferimento alla data in cui cessano “i motivi del contendere”, in cui la decisione del tribunale passa in giudicato. Dai primi procedimenti chiusi a quelli più attuali. Ed è in fase di elaborazione, poi, l'appalto per le demolizioni in collaborazione con l'autorità giudiziaria, quelle su cui il giudice commina la sanzione accessoria eseguibile attraverso il Tribunale. Per questo filone non c'è una lista da seguire, sono stati impegnati 150 mila euro dal Comune che dovrà utilizzare per gli abbattimenti nel momento in cui il Tribunale dirà cosa buttare giù. E' il succo, questo, della convenzione stipulata due anni fa tra la Procura e i Comuni, da un'idea dell'ex sostituto procuratore Dino Petralia.
Fatto sta che ci vorranno parecchi anni per abbattere tutti gli immobili abusivi, costruiti in aree vincolate. “E' vero anche – ci dice il dirigente del settore Servizi Pubblici Locali del Comune di Marsala, Francesco Patti – che molti cittadini stanno demolendo di propria iniziativa. Si tratta più che altro di immobili di pertinenza, perchè sanno che i costi in caso di intervento del Comune sarebbero molto alti per loro che verrebbero anche sanzionati”.
Marsala è stato uno dei primi comuni a cominciare le demolizioni, spinto anche dalla magistratura e dalle inchieste che pendevano sull’abusivimo edilizio e ostruzionismi vari nelle procedure di acquisizione al patrimonio comunale e demolizione. Tra i primi in un regione che ogni anno si piazza nel podio delle più abusive di Italia. I dati sull’abusivismo edilizio in Sicilia parlano chiaro. Parlano di una regione che soffre il cemento selvaggio, di un territorio che viene aggredito soprattutto in quelle zone che dovrebbero essere tutelate. Quattro abusi su cinque, nell’Isola, vengono commessi in aree sottoposte a vincolo idrogeologico e sismico.