“Il mero rapporto di parentela con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, in assenza di ulteriori elementi, non è di per sé idoneo a dare conto del tentativo di infiltrazione”. Così il 3 luglio scorso – quando il Prefetto di Trapani imponeva al datore di lavoro di Maria Concetta Riina di licenziarla – si esprimeva la terza sezione del Consiglio di Stato per dirimere casi lasciati all’interpretazione poliziesca del rappresentante del governo. La sentenza sottolinea che non c’è automatismo tra il legame familiare e l’eventuale attività mafiosa.
Ci rendiamo conto che intervenire a favore di chi porta un nome imbarazzante è non è facile. Ma una delle componenti della politica è in coraggio. Ecco perché da un po’ di tempo saggezza e giustizia non sono l’orgoglio dell’Italia. Sarebbe molto bello che la prima reazione indignata a un decreto socialmente pericoloso, perché potrebbe anche istigare a delinquere, venisse dal Sindaco di Marsala e dal Consiglio Comunale, indipendentemente dalle ideologie. Infatti, la giustizia è un concetto politico, ma il buonsenso non è di destra né di sinistra.
Francesco Paolo Priulla
Responsabile provinciale del PLI