Nei primi dieci mesi del 2014 c'è stato un aumento importante delle minacce e delle intimidazioni ai giornalisti, tanto da registrarne quasi tre ogni due giorni. Il dato emerge dalla relazione del Comitato su "Mafia, giornalisti e mondo dell'informazione" che questa mattina è stata approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare antimafia. Dal 2006 al 31 ottobre 2014 c'è stato un "un costante incremento" dei giornalisti minacciati, "che ha registrato il suo picco nei primi dieci mesi dell'anno scorso, 421 atti di violenza o di intimidazione, quasi tre ogni due giorni". In una conferenza stampa alla Camera, il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, ha spiegato che "ogni giorno alla lista dei giornalisti minacciati se ne aggiunge uno ed è per questo che la Commissione non spegnerà la luce su questo". Dalla relazione presentata dal presidente del Comitato, Claudio Fava, emerge che c'è un ricorso sempre più frequente a un uso spregiudicato di alcuni strumenti del diritto". Il riferimento è alle querele temerarie "dove la temerarietà è solo apparente, visto che in questi casi l'obiettivo dell'azione giudiziaria contro il giornalista non è tanto quello di dimostrare le proprie ragioni quanto quello di indurre quel giornalista a comportamenti e e scritture più 'rispettosi'". Nella relazione del Comitato si cita il caso di Milena Gabanelli, ascoltata in Commissione insieme a tanti altri giornalisti, che ha spiegato al Comitato di aver ricevuto citazioni in giudizio per oltre 250 milioni di euro, a fronte di una sola causa persa per 30mila euro. Secondo la relazione "c'è poi una violenza pù subdola, ma non meno dolente, che si manifesta attraverso le condizioni di estrema precarietà contrattuale ed economica di quasi tutti i giornalistri minacciati"