Con estremo stupore e disappunto, leggiamo l’articolo ("Così alle Saline di Marsala mi hanno chiesto 150 per scattare una foto al tramonto") che avete pubblicato sulla vostra homepage. Ovviamente chiunque è liberissimo di scrivere una lettera al sindaco, ma da voi ci saremmo aspettati un minimo di approfondimento prima di pubblicare e commentare tale lettera. Infatti effettivamente la sposa è realmente venuta il 29 agosto e, dopo essersi presentata all’ingresso, ha chiesto di entrare per fare le foto del proprio matrimonio, ovviamente il personale le ha gentilmente fatto notare che l’ingresso era possibile previa autorizzazione e pagamento di un biglietto. A questo punto la sposa si è rifiutata di procedere come tutti gli altri fanno e, abbandonato l’ingresso, ha tentato di introdursi senza autorizzazione scavalcando le transenne.
Così, ancora una volta, il personale le ha fatto cortesemente notare che quello è un luogo privato ed una salina attiva, per tanto un luogo di lavoro con i rischi connessi all’attività e che ovviamente non è permesso scavalcare le transenne. È stato inoltre aggiunto che se non avesse voluto seguire le procedure e pagare il biglietto che le avrebbe permesso di entrare ed effettuare tutte le foto che desiderava accompagnata dal personale addetto (per ovvi motivi di sicurezza sugli ambienti di lavoro), avrebbe potuto fare le foto senza oltrepassare le corde che delimitano lo spazio aperto al pubblico.
Teniamo a sottolineare come le Saline ed il Mulino d’Infersa siano un luogo privato che è stato ristrutturato e si sostiene unicamente grazie agli sforzi dei proprietari ed ai biglietti d’ingresso pagati dai visitatori, senza ricevere alcun tipo di contributo pubblico.
Ringraziandovi per la possibilità dataci per spiegare l’accaduto, vi salutiamo cordialmente.
Saline Ettore e Infersa s.r.l.