E’ una frase che si sente ogni giorno, soprattutto qui a Marsala. Che sia al bar o in piazza la senti ovunque e l’argomento di discussione è sempre lo stesso: la presenza di giovani immigrati per le vie della città.
Li vedono camminare in gruppo, parlare, appostarsi sotto i palazzi dove trovano la rete Wi-Fi libera e non riescono a farne a meno, devono per forza sciorinare il loro commento non richiesto. E l’incipit, la captatio benevolentiae senza la quale è impossibile imbastire qualsiasi discussione, è sempre la stessa: “Non sono razzista ma..”.
“Non sono razzista ma..” è probabilmente la cosa più razzista che si possa dire. “Non sono razzista ma..” crea un muro, una divisione tra chi parla e chi è oggetto della discussione. “Non sono razzista ma..” diverge, separa chi, dall’alto del proprio vissuto e della propria posizione di superiorità, prende le distanze da altri esseri umani e chi tale separazione la subisce. “Non sono razzista ma iddri..”. Iddri, loro. Quel “loro” che forma un gruppo a parte: siriani, afghani, eritrei e somali fanno tutti parti di quel loro che include chiunque non sia come il parlante ed esclude – per suo grande sollievo – chi invece lo è. Loro sono loro, noi siamo noi.
“Non sono razzista ma..” è la frase pronunciata da chi razzista, in fondo, un po’ lo è: non importa se il nonno, lo zio o il cugino sono anch’essi emigrati e, magari, hanno subito il razzismo di quella nazione – gli Stati Uniti – che si è fatta promotrice del meltin’ pot finché ciò gli ha fatto comodo.
“Non sono razzista ma..” lo dice chi non riesce a capire, chi preferisce parlare per stereotipi e non per esperienza. Dice di non essere razzista chi ignora cosa stia succedendo in Siria, chi non capisce cosa provi un uomo costretto a scappare dalla propria terra natale o ancora chi non riesce a sentire un minimo di umana empatia di fronte alle immagini di sofferenza della gente stipata sui barconi della speranza. Dice di non essere razzista chi non ha idea di dove si trovino la Siria o l’Afghanistan e li chiama tutti africani. E poi, dice di non essere razzista chi non ha visto o ha preferito non vedere l’immagine di quel bambino siriano, morto su una spiaggia in Turchia. Non è fare il bacchettone buonista, è, semplicemente, umanità. Quello che realmente si è perso.
Alla fine, sento di dirlo anch’io: non sono razzista ma... certe gente dovrebbe riflettere più di una volta prima di fingere di non essere razzista.
Gianmarco Maggio