“E' mio”. “E' mio”. “E' mio”. Avevano tutti un impedimento, un conflitto d'interesse, i consiglieri comunali di Castelvetrano mentre si parlava di piano regolatore generale.
Sembrava quel vecchio spot di un profilattico, negli anni 90 durante la lotta all'Aids, in cui il professore trovava un preservativo e chiedeva alla classe: “Di chi è questo?”. Pian piano, i ragazzi si alzavano e dichiaravano, uno dopo l’altro: “E’ mio”.
A Castelvetrano l’aula non è quella di una scuola superiore, ma il consiglio comunale. Una seduta del 13 aprile scorso.
Uno dopo l’altro, la quasi totalità dei consiglieri presenti dice “è mio”, riferendosi però ad un impedimento. Un impedimento che non permetterebbe loro di poter dire la propria sull’approvazione del piano regolatore generale della città: conflitto di interesse proprio o di parenti e affini entro il quarto grado.
La differenza con lo spot, a parte chiaramente il tema in questione, sta anche nel fatto che dopo la lapidaria dichiarazione, ciascun consigliere abbandona l’aula. Al punto che alla fine, da diciannove presenti, ne rimangono tre. Rimane anche Monica Di Bella (Pd), all’opposizione dopo la “cacciata” del vicesindaco Marco Campagna, che “intuisce” come “ci sia già una volontà di non partecipare alla discussione sul PRG”. “Intuisce” anche che “se questo è il frutto di una ben precisa determinazione da parte dell’Amministrazione di non discutere il PRG in consiglio comunale ma piuttosto di far nominare un Commissario ad acta, siamo di fronte ad una sconfitta del massimo consesso civico”.
Una sconfitta che però era stata già decisa il mese prima in una conferenza dei capigruppo, dove il Sindaco Errante stesso aveva proposto la sfilata delle dichiarazioni di incompatibilità: “Se la maggioranza dei consiglieri dovesse decidere di astenersi, il presidente deve prendere atto della decisione del consiglio comunale e, successivamente, chiedere all’assessorato Regionale Territorio e Ambiente di attivarsi per la nomina di un commissario ad acta che, in sostituzione del Consiglio, proceda all’approvazione dello schema di massima del PRG.”
Un escamotage, dunque. Molto diverso dal purismo legalitario che si è voluto far credere.
Perchè? La risposta del primo cittadino è contenuta sempre nello stesso intervento di quella conferenza del 18 marzo scorso: “Questo è quello che penso e credo che il PRG debba essere approvato da un commissario, visto il lungo iter burocratico dello stesso e per evitare che i consiglieri siano coinvolti in ragionamenti complicati, vista l’incompatibilità fino al quarto grado di parentela.”
Probabilmente l’avvocato Di Bella, sapendo bene i dettagli di quella conferenza dei capigruppo, si sarà tristemente resa conto che il massimo consesso civico era già stato sconfitto il mese prima.
E perché si è permesso che sulla futura conformazione della città possa decidere un esterno?
Su questo, parrebbe ci siano pochi margini di manovra, almeno in questa fase di piano cosiddetto di massima.
“Il commissario – aveva aggiunto Errante - dovrà tenere conto dei lavori fatti in questo periodo, sia dalla commissione consiliare competente, sia dall’ufficio tecnico del Comune, per non stravolgere il PRG”.
L’impressione è che si abbia fretta. Ed il motivo è semplice. Si chiama Commissariamento.
Non ad acta, ma dell’intero comune. Una delle cose che più spaventa sindaci, assessori e a volte anche le opposizioni. Un comune commissariato non è una bella cosa, sia per un primo cittadino che ambisce ad una buona carriera politica che per chi faticosamente si è meritato uno scranno in consiglio o ha avuto accesso ad incarichi vari.
Ipotesi fantasiosa? Si direbbe di no, a giudicare da come ne parla il capo dell’ufficio tecnico, l’ingegner Impellizzeri: “La Regione voleva già commissariare il Comune perché non aveva adottato il PRG. Questo è stato scongiurato perché il sottoscritto, essendosi insediato da poco tempo, ha chiesto di poter avere la possibilità di potere conoscere meglio tutto l’iter procedurale ed avere il tempo di esaminarlo, chiedendo un periodo superiore ai dieci giorni che la Regione voleva concedere. Ci sono stati concessi altri venti giorni che sono serviti per fare un rapido excursus, visto che nel frattempo sono giunte una serie di osservazioni che abbiamo trattato con l’ufficio di Piano”.
Certo, l’iter è lungo, ma oggi il commissario ad acta approva il PRG senza le note della prima commissione consiliare, peraltro consegnate da più di un anno.
Ci sono però delle domande che non avevano ancora ricevuto risposta. Per esempio, perché la questione dell’incompatibilità è nata soltanto per l’approvazione del Piano di massima e non anche per i lavori delle commissioni?
Adesso la risposta c’è, visto che l’ormai ex ingegnere capo Taddeo, già nel lontano 2012 pare avesse mandato una nota in cui informava che anche quelli erano coperti dalle eventuali incompatibilità. Mistero.
Comunque sia, ormai è fatta. Il commissario ha approvato il PRG secondo le indicazioni dei tecnici del Comune.
Anche se è scoppiato un caso: Triscina. Pare infatti che questo Piano abbia spento le speranze mai sopite degli abusivi della fascia dei 150 metri dal mare. Quella zona non sarebbe stata considerata B4. Nel 2011 alcuni consiglieri comunali avevano suggerito il B4 per quella zona, ma senza esito. Questo vuol dire che se per caso, la Regione Siciliana facesse il miracolo con la leggina che tutti aspettano da tempo immemore per sanare anche l’insanabile e per edificare dove non si è mai potuto (almeno dal 1976), la zona rimarrebbe comunque totalmente inedificabile.
In tanti si chiedono anche che cosa succederà con gli annunciati milionari lavori (coi soldi dell’Europa) per la realizzazione dell’impianto fognario di Triscina. Riguarderà pure le zone inedificabili, servendo anche le case per cui sarebbe prevista la demolizione? La condotta principale verrà posta all’altezza della via Uno? E in quel caso, occorrerà una stazione di sollevamento con elettropompe per ogni strada che scende verso il mare? Mistero.
Una cosa è certa: il comune non verrà commissariato. I coperchi sono rimasti ancora sulle pentole.
Egidio Morici