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08/09/2015 06:50:00

Castelvetrano, la nuova rotta del Pd, le scelte del Sindaco Errante

 Castelvetrano non è un posto di sinistra. Non lo è mai stato. Nemmeno il Pd in città ha dimostrato di essere di sinistra, coerentemente con quell’identità partitica nazionale che nel corso degli anni ha disaffezionato e disperso gli elettori che un tempo ci credevano.

Senza un vero consenso cittadino e con la scusa di una politica moderna, che vada al di là delle fossilizzazioni ideologiche, al Pd castelvetranese non è rimasto altro da fare che accontentarsi della luce riflessa. Ecco perché alle amministrative del 2012 non ha presentato alcun candidato sindaco e ha barattato i propri voti (pochi, ma in grado di fare la differenza contro un secondo avversario) con un posto da vicesindaco.

Marco Campagna è stato circa tre anni al governo con Felice Errante, uomo di destra, nato dal Movimento Sociale Italiano ed approdato oggi al Nuovo Centro Destra.

Moderato ed ubbidiente, Campagna non ha mosso un dito per la cittadinanza onoraria al Prefetto Sodano. Non poteva certo decidere lui. E a contrapporsi non ci ha pensato nemmeno. Errante aveva detto no, forse per non dispiacere i suoi amici politici trapanesi. Quindi, perché insistere.

 

Da assessore all’ambiente gli è sembrato normale che le alghe tirate fuori dal porto fossero state buttate “temporaneamente” in via Manganelli, con la scusa che nella stagione invernale le avrebbero poi portate in spiaggia per evitare l’erosione delle coste. Ma sono ancora lì da un paio d’anni.

Da assessore al canile, invece deve essergli sembrato normale che trecento cani siano stati affidati a rifugi privati, sempre “temporaneamente”, il tempo che nel rifugio municipale facessero qualche lavoro di adeguamento alla struttura. Gli animali però, dopo più di due anni, sono ancora nei rifugi privati e in condizioni preoccupanti.

Ma quando Giovanni Lo Sciuto, rivale politico di Errante nelle amministrative del 2012, entra nel direttivo nazionale del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, le cose cambiano. Il primo cittadino è costretto a dare spazio al nuovo compagno di partito. Partono le trattative, ma non c’è l’accordo sui nuovi nomi in quota Lo Sciuto. Il risultato è una giunta ibrida, né tecnica né politica. Una rosa di transizione dove non figura nessun assessore losciutiano. Un’operazione che però ha comportato l’estromissione del Pd, contrario a questa apertura nei confronti del vecchio avversario.

Ecco allora, la solita ridda di comunicati stampa, di botta e risposta, di “programmi votati dai cittadini” che con la nuova alleanza sarebbero stati disattesi. Come se questi giochi di potere avessero a che fare con le aspettative della gente. Con un sindaco che invece motiva la sua apertura all’avversario col “mutato quadro politico”, visto che Lo Sciuto è entrato a far parte del suo stesso partito e da membro del direttivo nazionale per giunta. Tutte le emozioni relative a quel primo terremoto del febbraio scorso, si sono risvegliate da qualche giorno.

 

I tempi sono ormai maturi per il rimpasto, quello vero, che dovrebbe far entrare tra gli assessori almeno un uomo di Lo Sciuto. E siccome Lo Sciuto non sta simpatico nemmeno all’ex sindaco Gianni Pompeo, altro sostenitore chiave di Errante alle amministrative del 2012, ecco che i due si ritrovano ad avere qualcosa in comune.

Insomma, anche all’opposizione o come possibile futura alternativa, il Pd ha bisogno di vivere di luce riflessa. E Pompeo sembra essere la persona giusta, perché oltre ad essere contro l’apertura a Lo Sciuto, ha un amico in comune col Pd castelvetranese: Baldo Gucciardi. L’attuale assessore alla Sanità è infatti un ex democristiano, anche molto legato alle dinamiche del Pd locale. Un collante perfetto.

C’è da chiedersi se gli elettori digeriranno questo nuovo assetto, soprattutto alla luce delle trascorse considerazioni di Marco Campagna sulla vecchia e “inadeguata” classe politica che aveva governato la città nello scorso decennio.

 

Intanto anche Città Nuova pare abbia invertito la rotta, criticando apertamente disservizi, degrado e assenza di una strategia di governo. Non c’è in realtà molto di che meravigliarsi, dal momento che Città Nuova è nata da una costola di Gianni Pompeo.

Per Errante ci sarebbe anche un accordo tra Pd e Città Nuova, i cui segnali erano già arrivati qualche mese addietro, quando si registrava “la speculare delusione di qualche consigliere, consulente o semplice militante di partito. Sarebbe utile approfondirne le ragioni – ha affermato il primo cittadino – ma appare più opportuno in questo momento sorvolare”.

 

Un sindaco alle strette, che però ribatte a coloro che hanno deciso di abbandonare la nave, “convinti che la stessa fosse prossima ad affondare”, affermando: “Mi spiace deluderli, ma la nave non solo non è affondata, ma continuerà la sua navigazione e lo farà sempre con maggiore convinzione con chi ha a cuore le sorti di questa città”.

Non affondare è già un primo passo. Il prossimo forse sarebbe quello di avere un timone.

Nel frattempo, la nave del Pd non sembra avere il carburante necessario, ma ha nella sua stessa rotta più di un rimorchiatore.

Ci sono nuovi “patti di responsabilità civica” all’orizzonte. Come quelli del 2012.

Gli elettori capiranno. Hanno esperienza.

 

Egidio Morici