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11/09/2015 06:25:00

Trasparenza. Quanto hanno speso i candidati per la campagna elettorale a Marsala?

Ogni elezione, ogni campagna elettorale ha un costo. Costa al Comune predisporre il tutto, con il pagamento degli straordinari per i dipendenti, con il pagamento degli scrutatori sorteggiati per l'occorrenza, i vari materiali di cancelleria che servono. Costa, al candidato, dal consigliere comunale al candidato sindaco. Si chiamano spese elettorali, sono soprattutto quelle per la propaganda elettorale, in sostanza. I santini, i manifesti, il grafico, l'ufficio stampa, la pubblicità su tv, giornali, siti, radio. Le campagne pubblicitarie sui social network, pure, si sono inserite nelle ultime elezioni. E tante altre spese.
La campagna elettorale a Marsala è finita da un bel pezzo e in questi giorni il Movimento 5 Stelle ha reso pubblico il conto delle spese sostenute durante la campagna elettorale. Giocano facile i grillini, seguendo la filosofia del costo ridotto per ogni cosa del Movimento 5 Stelle e della trasparenza massima. Hanno speso complessivamente 3.250,78€ per la campagna elettorale del candidato sindaco Antonio Angileri e di tutti i componenti della lista del M5S con fondi “derivanti da donazioni da parte dei propri candidati al consiglio comunale, degli attivisti e dei simpatizzanti. Una spesa contenuta che ha portato quasi il 14% di preferenze al candidato sindaco e l’elezione di un consigliere comunale”.

Giocano nel loro terreno i Cinque Stelle, quello della trasparenza massima. Della politica fatta di partecipazione e costi ridotti. Chiedono ai candidati Massimo Grillo e Alberto Di Girolamo di fornire il rendiconto delle spese elettorali sostenute. Dimenticano anche l'altro candidato sindaco Vito Armato, che ha raccolto pochi voti, non ha fatto neanche i santini.

Bene, non sarebbe una cattiva cosa. E' questione di trasparenza. Allora lo chiediamo anche noi, ai candidati sindaco delle scorse elezioni, dal sindaco eletto Alberto Di Girolamo, a Massimo Grillo, a Vito Armato, di fare uno sforzo di trasparenza e rendere pubblico quanto è stato speso per la campagna elettorale.

Sarebbe un bel segnale, certo. Tra l'altro, la normativa regionale obbliga gli eletti all'Assemblea Regionale Siciliana a fornire, assieme alle dichiarazioni dei redditi e alla situazione patrimoniale anche il conto delle spese elettorali sostenute. Questo, a livello regionale e nazionale, vale solo per gli eletti, ovviamente.
Qui i 5 Stelle aprono un precedente. Non ricordiamo che sia mai successo che siano stati forniti i rendiconti delle spese elettorali sostenute. C'è da dire che, sempre sul campo caro ai 5 Stelle, il sindaco Alberto Di Girolamo ha preso l'impegno di rinunciare al 50% del suo stipendio. Impegno che ancora non si è concretizzato (non ha percepito neanche lo stipendio) per colpa degli uffici comunali.
Ora questa nuova sfida.
Ecco, ad esempio, chi è eletto in Parlamento, secondo la normativa anticorruzione e trasparenza deve fornire anche l'ammontare delle spese elettorali sostenute. E' il decreto legislativo 33 del 2013, secondo cui l'eletto deve fornire “una dichiarazione concernente le spese sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale ovvero l'attestazione di essersi avvalsi esclusivamente di materiali e di mezzi propagandistici predisposti e messi a disposizione dal partito o dalla formazione politica della cui lista hanno fatto parte, con l'apposizione della formula "sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero".

Anche per questo i 5 Stelle puntano su Di Girolamo e Grillo. “I due, esponenti o supportati da partiti che, a differenza del M5S, diligentemente intascano svariati milioni di euro di denaro pubblico come rimborso elettorale, dovrebbero avere il buon senso di fornire alla cittadinanza marsalese dettagliati ragguagli sulla provenienza dei fondi utilizzati per l’immensa macchina promozionale dispiegata e come questi fondi sono stati impegnati”.