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03/11/2015 06:30:00

Mafia, processo Eden 2. In aula Cimarosa jr racconta delle estorsioni a Castelvetrano

 L’estorsione che sarebbe stata commessa in danno di Giovanni Ligambi è stata l’oggetto della testimonianza, in tribunale, a Marsala, di Michele Cimarosa, 26 anni, figlio del “dichiarante” Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito del boss latitante Matteo Messina Denaro. Cimarosa junior è stato ascoltato nel processo a tre delle persone coinvolte nell’operazione antimafia “Eden 2”. In questo “stralcio”, per la contestata estorsione a Ligambi è imputato il 54enne castelvetranese Vito Tummarello, che avrebbe agito in concorso con i fratelli Rosario e Leonardo Cacioppo (processati a Palermo con rito abbreviato). Con i Cacioppo, Tummarello avrebbe costretto Giovanni Ligambi, titolare di un ristorante-pizzeria di Castelvetrano, a sborsare il denaro dovuto, pare, per aver rilevato il locale. Alle domande del pm della Dda Maurizio Agnello, Michele Cimarosa ha detto: “Nel 2013, venne a trovarmi un nipote di Giovanni Ligambi. Piangeva. Diceva che i fratelli Cacioppo non facevano più uscire di casa lo zio. Io conoscevo i Cacioppo e accompagnai mio padre a un incontro nel garage di Li Gambi, con i Cacioppo arrivò anche Vito Tummarello. Io non ho assistito al colloquio. Sono rimasto fuori. Ma so che mio padre mise una buona parola. L’incontro durò una decina di minuti. Poi, tempo dopo Ligambi, interrogato dai carabinieri, negò tutto per paura. I Cacioppo erano ancora liberi. Mio padre non mi disse perché i Cacioppo pretendevano questo denaro”. Michele Cimarosa ha parlato anche dei problemi avuti per questa vicenda e per la decisione del padre, che lui ha definito “collaboratore di giustizia”, di rendere dichiarazioni ai magistrati (“Adesso, non esco più di casa e non ho amici. Abbiamo rifiutato il programma di protezione”). Alla prossima udienza, il 25 novembre, verrà ascoltato Lorenzo Cimarosa.