Qual è lo stato di salute dell’agricoltura a Marsala e Petrosino e in genere in tutta la provincia di Trapani. Quali i problemi che vivono quotidianamente i nostri viticoltori e le cantine; e quali le possibili soluzioni ai problemi. Ai dati di una vendemmia tutto sommato positiva, con un aumento di produzione di circa il 15-20% in più rispetto a quella dell’anno precedente non corrisponde un maggiore introito per i viticoltori.
La settimana scorsa un’assembla della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) di Petrosino, guidata da Enzo Maggio, ha provato a fare il punto della situazione riunendo produttori, responsabili delle cantine e gli assessori competenti di Marsala e Petrosino. E sempre sui problemi che vive il mondo dell’agricoltura e della viticultura in particolare, qualche settimana fa il consiglio comunale di Marsala ha approvato una delibera, firmata da quasi tutti i consiglieri, con lo scopo di spronare l’amministrazione guidata dal sindaco Alberto di Girolamo affinchè si faccia promotrice di alcune iniziative utili a tutto il comparto. Uno degli aspetti su cui si è soffermarta la delibera è quello relativo alla vigilanza sulle produzioni contraffatte che rischiano di peggiorare ulteriormente la produzione agro-alimentare locale. Nella delibera si fanno delle specifiche richieste all’amministrazione: un maggiore impegno nel monitoraggio del settore agricolo; sollecitare la Regione Sicilia ad istituire appositi tavoli di concertazione con l'obiettivo di favorire una programmazione di misure serie e concrete, con l’obiettivo di valorizzare i prodotti locali e promuovere l'identità del territorio che li produce; altra richiesta riguarda il controllo e la segnalazione di eventuali anomalie di mercato contro ogni forma di concorrenza sleale. Avviare un'analisi dettagliata sul ruolo e i compiti delle cantine locali. Infine la delibera comunale si chiude con un interrogativo ben preciso: “Come mai a pagare la crisi sono solo gli agricoltori locali che hanno visto dimezzato il prezzo di acquisto delle loro uve pagate otto euro al quintale contro gli 80 euro pagati altrove”.
Dei temi dell'agricoltura locale abbiamo parlato con Enzo Maggio, responsabile della CIA di Petrosino, al quale abbiamo chiesto com’è la situazione, alla luce dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi.
Purtroppo vediamo che i prezzi di mercato del vino sono sempre in calo, non c’è una ripresa sotto questo aspetto.
Eppure quest’anno da più parti (Consorzio DOC Sicilia), si dice è stata un’ottima annata sia per qualità che per quantità. Il viticoltore così guadagna di più?
Non guadagna di più, essendo che la cantina vende il vino in gran parte sfuso. Noi imbottigliamo il 10%, il 90% del prodotto viene venduto al nord Italia e all’estero dove poi lo imbottigliano.
Dovremmo imbottigliare di più?
Noi non abbiamo saputo fare una politica del prodotto finito. Sì dovremmo imbottigliare di più ma per questo dovremmo favorire l’associazionismo fra le cantine. Il vino sfuso viene venduto, ma dobbiamo rivendicare da parte del Governo una migliore politica commerciale con i paesi europei. Ad esempio in Russia avevamo un buon mercato.
Perchè c’è l’embargo. Quanto ha perso il comparto vitivinicolo marsalese con l’embargo in Russia?
Molti presidenti mi dicono che vendevamo parecchio in quell’aerea dell’Europa. C’è poi un altro problema, quello dello zuccheraggio. I paesi esteri a cui vendiamo aumentano la gradazione facendolo loro con il saccarosio. Prima lo facevamo noi con i nostri vini. E questo purtroppo ci penalizza ulteriormente.
Un prodotto così trasformato ha sempre la denominazione Sicilia?
No, è un'altra cosa.
Le nostre cantine hanno difficioltà a fare sistema?
Ma, ci sono Cantine che vanno bene e sono molto avanti. La Cantina Europa ma anche la Paolini sono fra queste. Altre che sono indietro. Bisogna dire che molte nostre realtà sono in estrema difficoltà. La San Francesco addirittura ha chiuso, l’Uvam ha molte difficoltà, ammassa poco, la Produttori Riuniti lo stesso. Dovremmo cercare di capire come fare per salvaguardare questi produttori.
Quanto ci guadagna un viticoltore dalla vendemmia?
Tolti i costi di produzioni qualcosa si guadagna, ma molto molto poco rispetto a quello che dovrebbe, e poi i costi oggi sono molto elevati per portare aventi un’azienda agricola.
Alla vostra assemblea ha partecipato l’assessore di Marsala Antonino Barraco. Cosa vuole fare?
Vuole promuovere il Marsala Doc insieme alla cantine e intraprendere delle iniziative per promuovere anche il turismo attraverso il vino.
Poco per un tecnico, Barraco ha anche una cantina.
Per Petrosino c’era l’assessore Badalucco.
Badalucco è molto competente e sta facendo bene il suo lavoro. Assieme agli agricoltori della Cia ha organizzato il primo mercato del contadino a Biscione. Spero che in questo anno che gli rimane di assessorato possa portare avanti i temi della viticoltura e il BioDistretto.
Da Castelvetrano, dove la produzione agricola è costituita dalla olivicoltura, in queste ore è arrivata una segnalazione circa la mancata attivazione di corsi di formazione da parte della U.I.A. per rilascio del certificato di abilitazione all’acquisto ed all’utilizzo dei presidi sanitari in agricoltura. La stessa amministrazione comunale si è fatta portavoce di diversi imprenditori agricoli scrivendo all'assessore regionale Antonello Cracolici e agli altri organi competenti:
Sono pervenute a questa Amministrazione, numerose segnalazioni, da parte di imprenditori agricoli, circa l’insufficiente programmazione da parte della U.I.A. di Castelvetrano della organizzazione dei corsi di formazione per il rilascio del certificato di abilitazione all’acquisto ed all’utilizzo dei presidi sanitari in agricoltura, così come disposto dal Decreto Regionale n°6402 del 12/12/2014.Secondo quanto lamentato dagli agricoltori sono diverse centinaia le richieste degli stessi, da tempo inoltrate alla U.I.A. di Castelvetrano senza che sia stata dato adeguato riscontro. Già dalle prossime settimane molti agricoltori rischiano, in mancanza del certificato di abilitazione, di non poter acquistare né utilizzare i presidi sanitari per contrastare l’insorgenza delle fitopatie, con gravi problemi riguardo alla gestione delle loro aziende agricole. Si chiede pertanto di organizzare tempestivamente i corsi formativi di cui in oggetto. Si coglie l’occasione per ribadire l’esigenza di potenziare i servizi di assistenza tecnica in una realtà agricola quale quella di Castelvetrano, vocata a produzioni di grande qualità fra le quali spicca l’oliva da mensa Nocellara del Belice, che rappresenta una delle risorse principali per il reddito degli agricoltori, per l’occupazione e per l’economia del territorio. In ultimo si richiede particolare attenzione al funzionamento del Mercato degli Agricoltori di Castelvetrano.