“Con il sequestro dei beni all'imprenditore Michele Angelo Licata e alla sua famiglia la città di Marsala è stata liberata da uno degli imprenditori che truffando lo Stato aveva monopolizzato il settore turistico alberghiero e della ristorazione a scapito degli imprenditori onesti e dei lavoratori”.
E' il commento del segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona a seguito dell'operazione della guardia di finanza che ha portato, la sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani su richiesta della Procura di Marsala, a emettere il decreto del maxi sequestro di beni per 127 milioni di euro alla famiglia Licata.
La Cgil e la Filcams Cgil di Trapani esprimono apprezzamento alla Procura di Marsala e alla guardia di finanza per la complessa operazione volta a scardinare un sistema che soffocava l'economia sana del territorio.
“Questa operazione - dice Cutrona – conferma, ancora una volta, quanto in provincia di Trapani le fette più ampie di economia siano state realizzate illegalmente e con un sistema criminale. L'utilizzo illecito dei finanziamenti pubblici e le fatture false hanno fatto crescere a dismisura il patrimonio della famiglia Licata, a danno dei lavoratori assunti anche in nero e degli imprenditori che, oggi, con enormi sacrifici cercano di mandare avanti le loro aziende”.
“Auspichiamo – dice il segretario provinciale della Filcams Cgil Anselmo Gandolfo – che le lavoratrici e i lavoratori delle strutture ricettive sequestrate continuino, cosi come annunciato dagli inquirenti, a lavorare regolarmente. E' confortante apprendere – conclude - che dopo il sequestro preventivo, avvenuto lo scorso aprile, la produttività delle aziende di Licata, oggi in amministrazione giudiziaria, sia aumentata garantendo anche occupazione e salario ai lavoratori precedentemente irregolari e assunti in nero”.