Crescono i posto di lavoro fissi in Italia grazie agli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità 2015, ma l'aumento riguarda purtroppo solo le regioni del Nord mentre Sud e Isole arrancano.
Nei primi 10 mesi dell'anno - secondo l'Osservatorio sul precariato mensile pubblicato oggi dall'Inps - sono state assunte 1,84 milioni di persone a tempo indeterminato a fronte di 1,33 milioni di cessazioni di contratti fissi con un saldo positivo nell'anno di 507.691 rapporti di lavoro stabili. Rispetto allo stesso periodo del 2014 (+92.114 posti) c'è una variazione positiva per 415.577 posti.
Se si guarda solo alle nuove assunzioni a tempo indeterminato escluse le trasformazioni si registra un aumento rispetto allo stesso periodo del 2014 del 29,8% con differenze significative tra le diverse aree del Paese. Il Nord Est fa registrare un aumento del 48%, il Nord Ovest del 38,9% e il Centro del 36,5% mentre il Sud e le Isole segnano rispettivamente un +14,9% e un +9,4%.
La Sicilia è in coda tra le Regioni con un +4,3% mentre il Friuli VG è in testa con un +77,7%. Questo mese non sono stati diffusi i dati sul numero delle attivazioni con l'esonero contributivo ma il taglio totale dei contributi previdenziali per le assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015 su tutto il territorio è stato determinante nella crescita dell'occupazione stabile mentre non è chiaro quanto questa abbia risentito delle nuove norme del Jobs act sul contratto a tutele crescenti. Per il Meridione probabilmente l'aumento è stato meno forte poichè negli anni precedenti erano già vigenti forme di decontribuzione (la legge 407/1990 ora abolita prevedeva un taglio totale dei contributi e senza soglie per l'assunzione di disoccupati da oltre 24 mesi).