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13/12/2015 06:45:00

Voto di scambio a Marsala. A processo il consigliere Pd Vito Cimiotta

 Citazione diretta a giudizio per il consigliere comunale del Pd marsalese Vito Daniele Cimiotta, accusato di voto di scambio. La Procura decide di seguire tale via quando ritiene di avere in mano prove sufficienti per saltare a piè pari il vaglio del Gup. Adesso, il giudice monocratico dovrà fissare la data della prima udienza del processo. L’indagine, coordinata direttamente dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese. Dall’inchiesta è emerso che Cimiotta, poco prima delle recenti elezioni amministrative, avrebbe promesso un posto di lavoro nel bar dell’ospedale “Paolo Borsellino” a due disoccupati locali (Rosario Novena e Francesco Saverio Bruscino) in cambio di voti per se e anche per il candidato sindaco Alberto Di Girolamo. Così avrebbero raccontato i due disoccupati agli inquirenti, che avrebbero raccolto anche altri riscontri oggettivi e testimoniali. Il sindaco Di Girolamo, comunque, sarebbe stato all’oscuro di tutto e per questo non è stato indagato. Nell’ambito dell’indagine su Cimiotta, che fu eletto con 587 preferenze (settimo dei consiglieri del Pd a Palazzo VII Aprile) sarebbe, inoltre, emerso un pericoloso legame con la società “Vivenda spa” di Roma, vincitrice dell’appalto indetto dall’Asp per la gestione del bar/punto ristoro dell’ospedale di Marsala (per altro, recentemente chiuso per “certificazione inizio attività incompleta”). La “Vivenda”, infatti, fa parte del Gruppo “La Cascina” di Roma, venuto alla ribalta in quanto oggetto di un’interdittiva antimafia da parte del Prefetto di Roma, Gabrielli, che ha deciso il commissariamento della rete di tali società cooperative in quanto quattro manager del Gruppo sono stati coinvolti nel secondo capitolo dell’indagine “Mafia Capitale”. Il decreto del prefetto Gabrielli cita due ordinanze della Procura capitolina: “…emerge che i soggetti indagati, operanti per conto delle società del Gruppo La Cascina, fossero perfettamente a conoscenza dell’organizzazione “Mafia Capitale” - organizzazione mafiosa che usa la corruzione per entrare nella politica e nell’economia - e ben introdotti nella stessa, considerati i reiterati rapporti con Salvatore Buzzi, con il quale, dal tenore delle intercettazioni telefoniche, si rileva un rapporto solidale di cointeressenze d’affari”. Di tutto ciò, comunque, Vito Cimiotta, difeso dall’avvocato Stefano Pellegrino, era molto probabilmente all’oscuro. D’altronde, la Vivenda spa non ha avuto alcuna difficoltà ad infiltrarsi anche nella Polizia di Stato riuscendo a vincere gare d’appalto per il servizio di mensa in ben otto regioni, addirittura curando, nel settembre del 2014, la festa della Polizia di Stato nella Questura di Milano. Dopo l’avvio dell’indagine, Vito Cimiotta dichiarò: “Con sorpresa e stupore ho appreso dell’indagine svolta a mio carico per l’asserito voto di scambio. A parte l’assoluta fiducia che nutro nella giustizia, spero in una conclusione spedita del procedimento che possa chiarire la vicenda ed accertare la mia assoluta innocenza. Mi riesce difficile pensare alla ipotesi di una promessa di voto a due miei inseparabili amici fin dall’infanzia, che mi hanno accompagnato nell’avventura elettorale unitamente ai loro familiari. Nessun posto di lavoro è stato mai promesso in cambio del voto ad alcuno e tutto ciò sarà provato immediatamente, anche al fine di evitare un dibattimento basato su una notizia di reato infondata. Ad ogni buon conto ho già provveduto a comunicare l’avviso di conclusione indagini ricevuto alla segreteria del partito, pur ritenendomi totalmente estraneo ai fatti e consapevole e cosciente di avere condotto una campagna elettorale con massima trasparenza e dovuta correttezza, qualità queste, che mi provengono, tra l’altro dal ministero dell’Avvocatura da me esercitato”.