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15/12/2015 10:10:00

Partanna, omicidio Lombardo. Preso anche il "mandante"

Fatta completa luce sul "cold case" dell'omicidio Lombardo, avvenuto nel 2009 a Partanna e maturato nel contesto mafioso. Dopo gli arresti dei due esecutori materiali, è stata emessa una ordinanza di arresto in carcare per Giovanni Domenico Scimonelli, già detenuto, perchè ritenuto ideatore e mandante dell'omicidio. Il provvedimento è la prosecuzione dell'inchiesta che lo scorso 26 novembre aveva portato all'arresto di Nicolò Nicolosi e Attilio Fogazza, ritenuti gli esecutori materiali. L'omicidio, secondo le indagini della procura palermitana, è maturato nel contesto mafioso del Belice, con Salvatore Lombardo ucciso perchè aveva rubato dove non poteva, ossia nell'azienda di Scimonelli. La svolta è avvenuta nel corso delle indagini per trovare Matteo Messina Denaro.
Questo il resoconto dell'indagine.

 

 Personale del RONI dei Carabinieri di Trapani e delle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, e personale, sta dando esecuzione alla ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere per il reato di omicidio premeditato e aggravato dal metodo mafioso, nei confronti di SCIMONELLI Giovanni Domenico, nato a Locarno il 08.081967, NICOLOSI Nicolò, nato a Calatafimi (TP) il 24.10.1971 e FOGAZZA Attilio nato a Salemi (TP) il 15.09.1971.
Il provvedimento rappresenta il completamento del percorso investigativo che, nello scorso 26 novembre, aveva condotto al fermo di indiziato di delitto a carico dei due esecutori materiali del crimine, i citati NICOLOSI e FOGAZZA.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, infatti, accogliendo le richieste formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nelle persone del Procuratore Aggiunto Dr.ssa Maria Teresa PRINCIPATO e dei Sostituti Procuratori Dr. Carlo MARZELLA e Dr. Francesco GRASSI, ha riconosciuto, nello SCIMONELLI, il mandante e l’ideatore del delitto.
Quest’ultimo, ritenuto importante esponente della Cosa Nostra trapanese, non aveva perdonato la vittima, LOMBARDO Salvatore, colpevole di aver perpetrato il furto di un furgone e di merce ai suoi danni.
Le indagini hanno dimostrato come l’imprenditore partannese, mosso dalla volontà di punire il gravissimo “sgarbo” subito dal LOMBARDO, abbia coordinato tutte le fasi del delitto affidandone l’esecuzione ai fidati sodali FOGAZZA e NICOLOSI.
I fatti risalgono al 21 Maggio del 2009, allorquando personale dei Carabinieri di Castelvetrano, a seguito di una segnalazione anonima, si recava nei pressi del bar denominato "Smart Cafè", sito in Partanna, accertando che ivi, LOMBARDO Salvatore, pregiudicato del luogo sopratutto per reati contro il patrimonio, era stato attinto da due colpi di fucile cal. l2 e si trovava esamine proprio all’ingresso del suddetto bar.
Le indagini esperite nell’immediato, permettevano di accertare che il LOMBARDO era sottoposto all’obbligo di firma presso quel Comando alle ore 19.00 di determinati giorni, incombenza che aveva assolto anche quella sera per poi essere mortalmente attinto, dopo essere tornato al noto bar di via XV Gennaio, dall’azione di fuoco posta in essere da due persone sconosciute.
Sul posto, venivano, come di consueto, eseguiti i rilievi tecnici, nel corso dei quali, oltre a varie tracce verosimilmente ematiche, venivano rinvenuti vari pallettoni deformati appartenenti a cartucce di fucile da caccia cal.l2.
Nell’immediatezza dell’evento venivano anche acquisite le immagini riprese dalle videocamere di due esercizi commerciali, una gioielleria ed un fioraio, dislocati lungo il tragitto compiuto dalla vittima per andare e poi tornare dalla caserma dei Carabinieri.
La visione delle immagini delle telecamere dei due esercizi commerciali consentiva di accertare come il LOMBARDO, mentre si recava in caserma e mentre vi si allontanava, era stato seguito da vicino da due soggetti a bordo di un’autovettura Volkswagen Polo di colore scuro, ed appurato successivamente compatibile con quella utilizzata dai killer dopo l’azione di fuoco.
L’attività investigativa esperita nei mesi a seguire non consentiva di individuare i responsabili dell’efferato delitto, né far luce sul suo movente ed il caso sembrava essere destinato a rimanere irrisolto.
Le recenti indagini, invece, condotte dalla l’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nell’ambito della ricerca del latitante Matteo MESSINA DENARO, permettevano di chiarire come LOMBARDO Salvatore fosse sospettato di essere l’autore del furto di un camion e di merce ai danni del supermercato DESPAR di Partanna (Tp) gestito, di fatto, da SCIMONELLI Giovanni Domenico e la sua uccisione rappresentava in sostanza una vendetta.
Non pare superfluo rammentare in proposito come lo SCIMONELLI Giovanni Domenico, classe 67, invece, lo scorso 3 agosto, veniva colpito da O.C.C. in carcere emessa nell’ambito del procedimento penale n.10944/08 R.G.N.R. D.D.A. (cosiddetta “Operazione Ermes” ), per avere fatto parte della famiglia mafiosa di Partanna (Tp) e posto in essere condotte dirette sia a curare la latitanza del capo della provincia mafiosa di Trapani, MESSINA DENARO Matteo, sia a consentire al predetto latitante e al reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, GONDOLA Vito, l’esercizio delle rispettive funzioni apicali, eseguendo puntualmente gli ordini da costoro impartiti e costituendo - quali collettori e distributori di messaggi da e per il capo latitante - un punto di riferimento della riservata catena di comunicazione epistolare attraverso cui MESSINA DENARO Matteo dirige l’intera associazione mafiosa denominata Cosa Nostra.
Quanto sopra, pertanto, ha poi permesso di attivare da parte del RONI dei Carabinieri di Trapani e della Squadra Mobile di Trapani, con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, e, un’ulteriore e recente progressione investigativa che, attraverso servizi tecnici e l’escussione di numerosi testimoni, individuava in FOGAZZA Attilio e NICOLOSI Nicolò i presunti autori dell’omicidio LOMBARDO.
In proposito, giova rammentare che SCIMONELLI, NICOLOSI e FOGAZZA fossero già legati da uno stretto rapporto di amicizia al momento dell’omicidio, come appurato da pregresse attività d’indagine condotte dalle Squadre Mobili di Palermo e Trapani.
In particolare, si accertava come NICOLOSI e FOGAZZA avessero trascorso alcuni giorni nel Lazio in compagnia di SCIMONELLI, fino alla sera antecedente l’omicidio, allorquando i tre complici rientravano a Partanna.
L’attento riascolto delle intercettazioni e la disamina del traffico cellulare dei protagonisti, consentiva di affermare, che vi erano stati più momenti in cui il NICOLOSI ed il FOGAZZA, avevano avuto la possibilità d’incontrare il LOMBARDO il giorno del suo omicidio.
Si riusciva, altresì, a collocare lo SCIMONELLI sulla scena del crimine, con particolare riferimento alle fasi immediatamente antecedenti il delitto quando, grazie a SCALIA Rosario, teneva sotto controllo gli spostamenti della vittima accertandosi che tutto stesse proseguendo nei termini previsti.
La recente escussione di alcuni testimoni permetteva poi di riscontare come NICOLOSI e FOGAZZA avessero proprio la disponibilità di un’autovettura Volkswagen Polo, simile a quella immortalata dai sistemi di videosorveglianza, e che i Killers l’avessero sapientemente nascosta proprio alcuni giorni prima dell’omicidio.
Proprio FOGAZZA Attilio risulta ancora oggi dipendente di una delle società direttamente controllate da SCIMONELLI Giovanni Domenico, mentre sul conto di NICOLOSI Nicolò si rammenta che in data 15 marzo 2010 lo stesso veniva posto in stato di fermo di indiziato di delitto emesso da codesta A.G. nell’ambito del procedimento penale n.3538/10 (operazione GOLEM II ) per aver tentato d’incendiare le vetture e le macchine di alcuni piccoli imprenditori, al solo fine di agevolare le attività dell'associazione Cosa Nostra.
Il gruppo d’investigatori dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, costituitosi allo scopo, ha, dunque, analizzato sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ogni dettaglio delle indagini esperite all’epoca dell’accadimento, ricostruendo nella sua interezza l’esecuzione dell’omicidio in parola, la cui pianificazione, alla luce di quanto detto, avveniva sicuramente nel contesto mafioso riconducibile al mandamento di Castelvetrano.