Festività di fine anno in permesso premio per Giovanni Brusca che ha trascorso in famiglia il capodanno. Il boss di San Giuseppe Jato è, infatti, rientrato ieri a Rebibbia per partecipare a una videoconferenza per il processo sulla trattativa Stato-Mafia. L’attuale collaboratore di giustizia, fino al settembre del 2010, aveva goduto di alcuni permessi che, però, gli furono sospesi dopo alcune indagini dei carabinieri. Secondo gli inquirenti avrebbe approfittato dei periodi passati fuori dal carcere per curare alcuni suoi affari personali.
Ci fu un processo dal quale fu assolto. Dopo l’assoluzione il reato di estorsione venne derubricato in tentativo di violenza privata, mentre l’intestazione fittizia di beni venne prescritta e all’ex boss furono restituiti 200 mila euro che gli erano stati sequestrati. Successivamente i permessi premio vennero ripristinati, permettendogli di trascorrere in media cinque giorni al mese fuori dal carcere. Per gli ultimi giorni dell’anno Brusca è tornato a casa in stato di libertà, sotto l’occhio vigile e la sorveglianza del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria. Il tutto a pochi giorni dall'undici gennaio che coinciderà con il ventesimo anniversario dell’omicidio di Giuseppe Di Matteo che Brusca tenne in prigionia per oltre due anni per cercare di far ritrattare il padre, Santino Di Matteo.
Brusca avrebbe maturato i requisiti per ottenere una nuova e diversa misura cautelare, come avvenuto per il fratello Enzo Salvatore. Essendo stato condannato complessivamente a 30 anni, l'uomo della strage di Capaci potrebbe addirittura ottenere la scarcerazione definitiva entro il 2020.