Hanno confermato le accuse, in Tribunale, le “parti offese” nel processo che vede imputato, per concussione, il maresciallo dei carabinieri Pasquale Nastri, in servizio alla stazione di Marsala fino a giugno 2014, quando fu posto agli arresti domiciliari. Secondo l’accusa, Nastri avrebbe chiesto denaro (2.500 euro) a una donna (la marsalese S.L.M., di 49 anni) dopo che questa presentò una denuncia per i danneggiamenti subiti nei suoi vigneti. Pare, che il militare abbia giustificato la richiesta dicendo che aveva una figlia gravemente ammalata e che aveva bisogno del denaro per poterla sottoporre ad un intervento chirurgico. Ricevuta la richiesta, però, S.L.M. si è rivolta al procuratore della repubblica di Marsala Alberto Di Pisa. Tesa la “trappola”, Nastri è stato arrestato dagli stessi carabinieri mentre riceveva un assegno dalla donna che l’ha denunciato. A difendere Pasquale Nastri, originario di Boscotrecase (Napoli) e residente a Partanna, è l’avvocato Giuseppe Ferro di Gibellina. Una “proposta indecente”, quella di Nastri, soprattutto se si considera che a farla è stato, sempre secondo l’accusa, un sottufficiale dei carabinieri. Il caso, quando esplose, scosse non poco la locale Compagnia dell’Arma, già alle prese con la vicenda delle presunte violenze commesse nella caserma dipendente di Pantelleria. Nel caso di Nastri, però, i carabinieri hanno reagito cercando di fare subito pulizia al proprio interno, dimostrando di avere i necessari anticorpi. La prossima udienza del processo a Pasquale Nastri si terrà il 10 febbraio.