Si è tenuta davanti il gup di Palermo Walter Turturici la prima udienza preliminare per decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Dda per i personaggi coinvolti nell’operazione antimafia “Ermes” del 3 agosto 2015. Poche battute sufficienti ai legali dei Comuni di Castelvetrano e Salemi, nonché dell’associazione antiracket “Paolo Borsellino onlus”, per chiedere di costituirsi parte civile. Richieste sulle quali il gup si pronuncerà lunedì prossimo. A sostenere l’accusa sono i pm della Dda Paolo Guido e Carlo Marzella. Nell’operazione “Ermes” furono arrestati undici presunti favoreggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Le misure cautelari furono notificate ai capi del “mandamento” mafioso di Mazara e dei clan di Salemi, Santa Ninfa e Partanna. L’indagine si è concentrata sui “pizzini” del boss, che venivano smistati in due masserie nelle campagne di Mazara e Campobello di Mazara di proprietà di due allevatori: Vito Gondola, anziano “reggente” del mandamento mazarese, e Michele Terranova. Con loro, nell’operazione Ermes, sono stati arrestati anche Michele Gucciardi, ritenuto capo della “famiglia” di Salemi, Sergio Giglio, anch’egli salemitano, Giovanni Domenico Scimonelli, “uomo d’onore” di Partanna, Pietro e Vincenzo Giambalvo, della “famiglia” di Santa Ninfa, Ugo Di Leonardo, geometra in pensione, anche lui di Santa Ninfa, Giovanni Mattarella, commerciante, “uomo d’onore” di Mazara, genero di Gondola, Leonardo Agueci, ragioniere, di Gibellina, e il mazarese Giovanni Loretta.