“Alle vittime del depistaggio”, riporta così il nastro della corona che hanno deposto gli avvocati Saro Lauria, alcamese, e pardo Cellini, toscano, fondatori del "Progetto Innocenti", associazione che si occupa di sostenere le vittime di errori giudiziali, nonchè difensori di Giuseppe Gulotta, nel quarantesimo anniversario della barbara uccisione, a sangue freddo, dei due carabinieri ad Alcamo Marina. Assieme ai due legali, - dopo la manifestazione organizzata dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con “Libera” e con il Comune che ha intitolato la strada a Falcetta e Apuzzo -, c'erano davanti alla stele che ricorda la strage, anche i familiari di Giovanni Mandalà, uno dei quattro condannati poi assolti, deceduto in carcere nel 1998. Soltanto dopo 15 anni dalla sua morte, il bottaio partinicese è stato riconosciuto assolutamente estraneo ai fatti. L’unica sua colpa sarebbe stata quella di conoscere Giuseppe Vesco, l’alcamese poi morto in carcere in circostanze misteriose, forse l’unico dei 5 condannati a conoscere almeno una parte della verità.
“La cerimonia di questa mattina – ha detto Saro Lauria – ha certificato l’incapacità dello Stato di trovare movente, mandanti ed esecutori di questa terribile storia. La presenza, questo pomeriggio, dei Mandalà sul luogo dove sono cominciate le loro disgrazie, – ha spiegato il legale – rappresenta un momento di forte valenza sociale”.