Sta per terminare l'esperienza di Rosy Bindi alla Presidenza della Commissione Antimafia. Sembra cosa fatta l'avvicendamento tra Rosy Bindi e Emanuele Fiano alla presidenza della commissione parlamentare Antimafia. L'ipotesi circola da tempo, già dai tempi della polemica sulle liste degli 'impresentabili' tirate fuori dalla Bindi a ridosso delle scorse regionali e adesso pare che la decisione sia matura. Entro un paio di settimane, secondo quanto si apprende, il Pd dovrebbe procedere al cambio, sfruttando la prassi che prevede un rinnovo della presidenza a metà legislatura.
Emanuele Fiano, milanese, autoritiratosi - per spirito di partito, e cioè per favorire il candidato di Renzi, Sala - dalla gara a sindaco di Milano, già in predicato di diventare sottosegretario, è esperto di servizi, e appartiene all’area di Dario Franceschini. Va detto che il regolamento prevede il cambio dei componenti e dei presidenti delle commissioni parlamentari a metà legislatura, cambio che, per quanto riguarda le altre commissioni, è già stato fatto.
Ma, per una serie di ragioni di natura temporale (l’Antimafia fu l’ultima commissione ad essere nominata, a inizio legislatura), solo la commissione della Bindi era rimasta fuori dal classico giro di ruota di metà legislatura, quando si decide se le presidenze delle commissioni (mono o bicamerali) vadano confermate o sostituite. Va però anche notato che, nella trentennale storia dell’Antimafia, solo una volta il suo presidente cambiò nell’arco di una legislatura ma solo perché Ottaviano Del Turco, che la presiedeva, nel 2000 divenne ministro e gli subentrò Giuseppe Lumia, allora dei Ds.
Commenta il deputato Davide Mattiello:
Perché provocare le dimissioni della Bindi dalla Presidenza della Commissione Antimafia? Una situazione dannosa e senza precedenti che spero venga smentita una volta per tutte. La Com Antimafia da quando è stata istituita ha lavorato più di ogni altra, individuando per esempio con tempestività la questione BENI CONFISCATI, ma anche la questione ANTIMAFIA ABUSATA. Con la Presidente Bindi abbiamo fatto un lavoro importante per i Testimoni di Giustizia: ora la riforma del sistema tutorio è depositata e sottoscritta da tutti i gruppi politici. Così come la riforma del Codice Antimafia, basata sulle proposte della Commissione è già stata votata dalla Camera l'11 novembre. Il tutto, alimentando una grande rete di collaborazioni. In questo momento siamo in Aula per portare al voto la relazione d'inchiesta sui giornalisti minacciati dalle mafie. Più di così?!? A chi giova far inciampare l'Antimafia?
La Commissione parlamentare antimafia (denominata ufficialmente Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere) è una commissione d'inchiesta bicamerale del Parlamento italiano, composta da 25 deputati e da 25 senatori, con sede a palazzo San Macuto a Roma.
Istituita per la prima volta con legge del 20 dicembre 1962, da allora viene promossa con legge all'inizio di ogni legislatura. La prima proposta di una commissione parlamentare antimafia risale al 14 settembre 1948 come commissione d'inchiesta sull'ordine pubblico in Sicilia. Tale proposta fu ripresentata nel 1958 su iniziativa di Ferruccio Parri, ma ancora una volta fu osteggiata da più parti. Solo il 20 dicembre 1962 fu approvata la legge proposta dai senatori Ferruccio Parri e Simone Gatto.