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06/03/2016 12:37:00

Castelvetrano, caso Giambalvo: le Iene da Alfano, i consiglieri si autosospendono

Oggi in prima serata su Italia1, a “Le Iene Show” l’intervista di Angelino Alfano, raggiunto da Filippo Roma perché, in quanto Ministro dell’Interno, intervenga sul caso che coinvolge Calogero Giambalvo. Il consigliere comunale di Castelvetrano è stato arrestato a novembre 2014 nell’operazione antimafia “Eden II” e, conseguentemente, sospeso dalla carica di consigliere. Lo scorso dicembre l’uomo è stato assolto in primo grado dall’accusa di essere un fiancheggiatore del boss mafioso Matteo Messina Denaro e poi scarcerato, tornando quindi a ricoprire il suo ruolo in consiglio comunale.

Venti consiglieri comunali di Castelvetrano aderenti ai gruppi consiliari Ncd-Ap, Udc-Ap, Indipendenti, Psi, Castelvetrano futura, Noi per Castelvetrano e Liberi e indipendenti, hanno deciso di sospendere, da subito, ogni attività legata ai lavori del consiglio comunale e delle commissioni consiliari. La decisione è stata assunta al termine di due incontri della conferenza dei capigruppo consiliari tenutisi su sollecitazione del presidente del consiglio comunale Enzo Cafiso e del sindaco Felice Errante per discutere del caso sollevato dalla presenza, in aula, del consigliere comunale Calogero Giambalvo.  Sindaco e giunta, comunque, continueranno a operare con regolarità. Obiettivo della scelta dei venti consiglieri
comunali sui trenta presenti a Palazzo Pignatelli è quello di indurre Giambalvo a «un atto di responsabilità nei confronti della comunità castelvetranese», dunque alle dimissioni.
«Se anche questa iniziativa – scrivono i consiglieri in una nota – non dovesse sortire l’effetto sperato, ossia le dimissioni di Giambalvo, siamo pronti ad assumere ulteriori e
consequenziali scelte nell’esclusivo interesse della comunità. Ecco la nota:

Su invito del Presidente del Consiglio Comunale si è riunita ,nella giornata di ieri ed in quella odierna, su sollecitazione ed impulso del Sindaco della città, la conferenza dei capigruppo, che rappresenta tutti i gruppi politici presenti in Consiglio. All 'ordine del giorno la problematica inerente la vicenda sulle imbarazzanti, esecrabili e incompatibili dichiarazioni rese dal consigliere Calogero Giambalvo e sulla sua presenza in consiglio. Al termine di un dibattito articolato, nel quale sono state analizzate tutte le diverse ipotesi di lavoro per addivenire alla definitiva risoluzione del caso, i gruppi NCD-Area Popolare, UDC Area Popolare, Indipendenti, PSI, Castelvetrano Futura, Noi per Castelvetrano, Liberi e indipendenti, hanno deciso di sospendere con efficacia immediata, e per i prossimi giorni, ogni attività legata ai lavori del consiglio comunale e delle commissioni consiliari. Si è preventivamente appurato che in consiglio, allo stato, non sono presenti atti deliberativi urgenti, la cui mancata e immediata approvazione possa creare nocumento all'attività amministrativa del Comune. Di contro Sindaco e Giunta continueranno ad operare con regolarità. Ci si augura che detta sospensione possa finalmente indurre il consigliere Calogero Giambalvo ad un atto di responsabilità nei confronti della comunità castelvetranese. La superiore decisione, scevra da valutazioni ed appartenenze politiche, muove dalla necessaria oculatezza e ponderazione nelle scelte da mettere in campo nel breve periodo. Se anche questa iniziativa non dovesse sortire l'effetto sperato, ossia le dimissioni del Giambalvo, le forze politiche dianzi indicate sono pronte ad assumere ulteriori e conseguenziali scelte nell'esclusivo interesse della comunità amministrata.

I consiglieri comunali

Enrico Adamo, Giuseppe Berlino, Piero D'Angelo, Nicolò Giurintano, Giacomo Saladino, Salvatore Vaccarino, Gaspare Varvaro, Piero Barresi, Salvatore Ingrasciotta, Pietro Sciacia, Tommaso Bertolino, Gianpiero Lo Piano Rametta, Maria Sillitto, Giuseppe Di Maio, Giusy Etiopia, Francesco Giannilivigni, Antonino Vaccara, Gaetano Accardo, Giuseppe Curiale, Luciano Perricone.

Sul caso Giambalvo, da registrare anche una nota del deputato Paolo Ruggirello, Pd, nella cui lista, Articolo 4, Giambalvo è stato eletto:

Il caso Giambalvo a Castelvetrano va risolto da chi opera nella stessa dimensione territoriale, prima di tutto, e da chi ha le ufficiali competenze per intervenire.
Non è con la polemica che si può affrontare una questione così seria. Pertanto, il primo cittadino deve continuare ad essere il traino, per tutti i consiglieri comunali, nel rispettare i principi di etica che hanno portato alla loro elezione, attraverso la fiducia che i castelvetranesi gli hanno dato.
La classe politica attuale ha la responsabilità dell'immagine della città che viene data ma è rimasto inascoltato il suggerimento che avevo dato ad Errante, di farsi promotore di una seduta straordinaria del consiglio comunale, alla quale avrebbe potuto partecipare lo stesso Prefetto, al fine di creare un ufficiale momento di confronto sul problema. Il rappresentante dello Stato è oggi l'unica figura qualificata nel dare una risposta valida ad una questione che è al di fuori della portata degli amministratori locali.
Il caso Giambalvo non è un caso politico, ma etico e morale. Dalla sua candidatura al consiglio comunale nelle file del Fli al passaggio in Articolo4, si sono verificate delle circostanze che hanno determinato notevoli cambiamenti e che hanno, man mano, aumentato la distanza tra la sua persona e il gruppo politico. Inoltre, la recente pubblicazione delle intercettazioni ha maturato altre considerazioni nei confronti del consigliere che, seppur per gioco o per finto vanto, ha usato una dialettica che non trova alcuna condivisione e che ha peggiorato la sua immagine pubblica, sulla quale dovrebbe fare chiarezza cercando serenità e riflessione che sia lontana, attualmente, dalla vita politica cittadina.
La scelta di Giambalvo non può essere dettata, però, da un politico o scaturire da uno scontro fra partiti. Per l'ennesima volta, si verifica uno strumentale attacco al Partito Democratico che non ha alcuna facoltà di intervento in merito. Solo le istituzioni competenti potranno pronunciarsi sulle scelte più adeguate da adottare.