Quest’anno il ritorno all’ora legale si preannuncia più ‘soft’, con un giorno in più per riadattarsi al nuovo orario. Le lancette vanno infatti spostate in avanti di un’ora nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo, ma essendo Pasqua in molti avranno anche lunedì per poter recuperare. Normalmente, affermano diversi studi, questa pratica che da noi è in uso dagli anni ’60 può provocare un aumento degli infarti e degli ictus, oltre che dei disturbi del sonno. «’L’inizio dell’ora legale – scrivono ad esempio i ricercatori de Karolinska Institut di Stoccolma – sono come un enorme esperimento naturale. In particolare noi abbiamo notato un aumento del 4% degli attacchi cardiaci nella settimana successiva all’introduzione».
Una analisi della American Academy of Neurology ha dimostrato che gli effetti sull’orologio biologico del cambio dell’ora aumentano del 25% il rischio di ictus nei malati di cancro, e del 20% negli over 65. Altri effetti negativi sono stati trovati sugli ormoni dello stress, che aumentano del 5%, e persino sulla propensione a distrarsi sul web mentre si e’ al lavoro. Ci sono pero’ anche dei lati positivi per la salute. Diversi studi hanno svelato che la possibilita’ di avere piu’ ore di luce nel pomeriggio aiuta a combattere l’obesita’ infantile, mentre una ricerca pubblicata sul Journal of Safety Research ha trovato che la luce naturale serale diminuisce il rischio di incidenti stradali.
RISPARMI ENERGETICI – Ma il vantaggio principale sarà quello per i consumi energetici. Per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti, Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale – stima un minor consumo di energia elettrica pari a circa 580 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di oltre 200 mila famiglie. Considerando che un kilowattora costa in media al cliente finale circa 16,32 centesimi di euro al netto delle imposte, la stima del risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2016 è pari a 94,5 milioni di euro.
CONSUMI – Secondo i dati elaborati da Terna, dal 2004 al 2015 il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 7 miliardi e 270 milioni di kilowattora – quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di regioni come Marche o Trentino Alto Adige – e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di quasi 1 miliardo e 100 milioni di euro. Nel periodo primavera-estate, il mese che segna il maggior risparmio energetico stimato da Terna è aprile, con 149 milioni di kilowattora (pari al 26% del totale), poiché Aprile ha giornate più corte in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo.
Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi, da giugno ad agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto ‘ritardo nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità. Va inoltre ricordato che la maggiore richiesta di energia elettrica nei mesi estivi più caldi è dovuta all’utilizzo dei condizionatori d’aria, ed è quindi indipendente dall’ora legale, poiché legata esclusivamente a fattori climatici e di temperatura e non al maggior numero di ore di luce naturale.
L’ora solare verrà ripristinata nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2016.