Due anni e due mesi di carcere sono stati inflitti, per peculato, dal Tribunale (presidente Sergio Gulotta) al 70enne marsalese Francesco Antonio Tramati. L’accusa mossa all’imputato era quella di essersi appropriato di una parte del denaro del padre (Vincenzo Tramati) di cui era amministratore di sostegno. A segnalare al giudice tutelare il fatto che qualcosa non andava nella contabilità è stato un fratello di Francesco Antonio Tramati (quasi a conferma del vecchio detto “fratelli coltelli”). Per l’imputato, che dopo essere stato convocato dal giudice tutelare si dimise da amministratore di sostegno del genitore, il pubblico ministero Niccolò Volpe aveva chiesto due anni e mezzo di reclusione. Per alcuni dei fatti contestati, relativi a un determinato lasso di tempo, il Tribunale ha comunque deciso l’assoluzione. A difendere l’imputato è stato l’avvocato Rosa Tumbarello, che nel corso della sua arringa aveva sottolineato che Francesco Tramati aveva il conto corrente “cointestato con il padre”. Legale di parte civile, invece, è stato il castelvetranese Giuseppe Parrinello, che aveva chiesto un risarcimento danni di circa 20 mila euro. Richiesta soddisfatta solo in parte. Il tribunale, infatti, ha disposto un risarcimento di 13 mila euro. Come chiesto dal pm. I fatti contestati sono relativi al periodo 2010-2012.