Il giudice monocratico Vito Marcello Saladino ha assolto, con la formula simile alla vecchia “insufficienza di prove”, il 45enne marsalese Giuseppe Parrinello dall’accusa di “corruzione elettorale”. L’uomo, abitante nel quartiere popolare Sapusi, era finito sotto processo a seguito della denuncia presentata al questore dall’imprenditore Salvatore Ombra, che dichiarò di aver visto il Parrinello in possesso di un paio di buoni di benzina durante un comizio svolto a Sappusi alcuni giorni prima del ballottaggio per l’elezione a sindaco, poi vinto da Giulia Adamo. A difendere l’imputato è stato l’avvocato Edoardo Alagna, che nel corso del processo ha evidenziato che nella successiva perquisizione domiciliare al Parrinello non furono trovati buoni-benzina. Nel processo, ha testimoniato anche Salvatore Ombra, costituitosi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Paolo Paladino. L’imprenditore ha ribadito quanto scritto nella sua denuncia. “Incontrai quel ragazzo durante un comizio a Sappusi – ha ricordato l’imprenditore – e ho visto che era in possesso di due buoni benzina”. Chiaro il sospetto di Ombra che quei “buoni” arrivavano dall’entourage del suo avversario. L’imprenditore non conosceva il giovane poi finito sotto processo. Questo fu identificato successivamente in quanto riconosciuto da un vigile urbano. Dopo la sentenza, l’avvocato Edoardo Alagna ha dichiarato: “Esprimo piena soddisfazione per l’assoluzione di una persona che non aveva nulla a che vedere con le beghe politiche tra i due candidati a sindaco di allora”. L’avvocato Paolo Paladino spiega, invece, perché nelle battute finali del processo, d’accordo con Ombra, ha revocato la costituzione di parte civile. “A noi – dichiara il legale – non interessava chiedere un risarcimento danni all’imputato. A noi interessava individuare i responsabili politici, ma quando, nonostante precisi indizi, abbiamo visto che non era possibile arrivare alla prova, abbiamo rinunciato”.