"Vogliamo lanciare un vero allarme perché le amministrazioni locali sono il primo varco di penetrazione delle mafie nella politica e nella pubblica amministrazione". Ad affermarlo il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, nel corso dell'illustrazione della relazione sulla trasparenza delle candidature e l'efficacia dei controlli per prevenire l'infiltrazione mafiosa negli enti locali in occasione delle elezioni amministrative, votata oggi all'unanimità dall'organismo parlamentare.
La Bindi ha, infatti, ricordato che la situazione dei Comuni sciolti per mafia, di quelli sotto monitoraggio e dei Comuni che hanno avuto Commissioni di accesso "vede un aumento quantitativo e una reiterata criticità in alcune realtà, ma ha visto anche crescere le dimensioni e l'importanza delle amministrazioni che sono state sottoposte a Commissioni di accesso o addirittura di scioglimento".
Sempre la Bindi ha ricordato a questo proposito che si va dal Comune capoluogo di Reggio Calabria alla città di Roma, dallo scioglimento del Municipio di Ostia, che come entità amministrativa è un assoluto la più numerosa della storia, fino all'espansione al Nord delle mafie e allo scioglimento dei primi Comuni in Liguria, in Lombardia e in Emilia Romagna. Complessivamente, è emerso nella relazione, nel quinquennio 2011-2015 gli enti sciolti per mafia in gestione commissariale sono stati: 20 nel 2011, per una popolazione complessiva di 152.220 abitanti; 37 unità nel 2012, per una popolazione complessiva di 546.356 abitanti; 45 unità nel 2013, per una popolazione complessiva di 779.950 abitanti; 51 unità nel 2014, per una popolazione di 842.005 abitanti; fino alle 33 unità nel 2015 per una popolazione complessiva di 713.682 abitanti.