L’amore di un papà ha ridonato la vita alla figlia in attesa di un organo. All’Arnas Civico è stato, infatti, eseguito un trapianto di rene da vivente su una ragazza di 25 anni con un’insufficienza renale causata di una malformazione congenita alle vie urinarie. La ragazza da un anno era in dialisi domiciliare peritoneale, assistita dai medici dell’unità operativa di nefrologia con trapianto diretta da Flavia Caputo. L’intervento è riuscito – spiega il chirurgo Salvatore Piazza, che ha eseguito il trapianto – e la funzionalità renale è tornata normale”. Il prelievo del rene sul papà, cinquantaquattrenne residente a San Vito Lo Capo, è stato eseguito in via laparoscopica dai chirurghi dell’ISMETT, quindi l’organo è stato subito trasferito nella sala operatoria del Civico dove l’equipe guidata da Piazza ha eseguito il trapianto. “Quella dei trapianti da vivente – aggiunge il chirurgo – è una strada che intendiamo perseguire, anche perché tutti gli studi sinora riportati hanno dimostrato nel lungo termine una migliore sopravvivenza del paziente e del rene trapiantato da donatore vivente rispetto a quello proveniente da donatore cadavere”. Nell’unità di nefrologia con trapianto dell’Arnas Civico, primo in Sicilia per numero di trapianti di rene da donatore cadavere, sono stati eseguiti 20 trapianti da vivente. “Il trapianto da vivente è la terapia che in assoluto da migliori risultati – spiega la dottoressa Caputo – e che intendiamo incrementare. A distanza di poche ore dall’intervento, tutti i parametri della nostra paziente sono tornati perfettamente normali”. Per verificare I’idoneità di un soggetto a donare uno dei due reni è necessaria una valutazione meticolosa che comporta l’esecuzione di accertamenti sia clinici sia motivazionali. “Sul donatore – spiega la dottoressa Caputo - vengono effettuati esami che escludano la presenza di specifici fattori di rischio in relazione a precedenti patologie, e accertamenti immunologici che evidenzino il grado di compatibilità donatore-ricevente. E viene inoltre effettuato un accertamento psicologico per verificare le motivazioni della donazione, la conoscenza di potenziali fattori, e la reale disponibilità di un consenso libero e informato. Come è facilmente intuibile – conclude Caputo - in questo caso la motivazione era il grande amore dei genitori”. Bruna Piazza, coordinatore regionale del CRT, aggiunge: “Questa procedura ha un valore e un significato particolarmente importante: una vita che dà la vita. Sono fiera di questo successo, dell’ ottimo stato di salute sia del donatore che del ricevente, e soddisfatta della collaborazione avviata dalle Direzioni dell’ARNAS Civico e dell’ISMETT che, sono sicura, porterà a ottenere ottimi risultati per la salute dei siciliani“.