Trascorse alcune settimane, desidero raccontare e condividere con gli appassionati di vino, le due prestigiose esperienze che, quest’anno, hanno arricchito il mio bagaglio culturale e professionale.
Ormai da anni vengo invitato come giudice ai concorsi enologici internazionali, e di questo ne vado fiero in quanto ciò vuol dire che il mio lavoro di degustatore viene apprezzato dalle varie organizzazioni, e inoltre ho la possibilità di fare in pochi giorni una ricca esperienza panoramica delle tendenze enologiche mondiali, confrontando stili e standard produttivi, capire il metodo di valutazione degli altri, quello che piace a noi potrebbe non essere altrettanto apprezzato dai mercati esteri con il rischio di non capire le difficoltà di esportare certi vini o certe etichette.
Dal 14 al 15 marzo scorso sono stato membro delle commissioni di degustazione all’International Wine and Spirit Competition (IWSC) a Dunsfold, (vicino Londra). Nei due giorni, sono stati degustati e valutati (circa 50 vini al giorno) vini dell’est Europa e maltesi; il concorso, giunto ormai alla 47ª edizione, si basa sul concetto di far assaggiare i vini di un territorio a chi quel territorio lo conosce. i vini, preliminarmente, vengono sottoposti a vari tipi di analisi chimiche per riuscire a stabilire meglio lo sviluppo futuro del vino. I giudici che deliberano in locali appositamente allestiti e dedicati all’assaggio ricevono solo dei bicchieri numerati e una scheda di valutazione, senza mai vedere le bottiglie. Occorrono più di sei mesi per valutare tutti i prodotti iscritti, che sono classificati in più di 1500 categorie diverse. In partenza, tutti i prodotti vengono valutati in base al paese o alla regione di origine, secondo la varietà, lo stile e il tipo, quindi per vendemmia o età, ecc, ma solo i vini e i distillati premiati possono proseguire l’iter del concorso e competere a livello nazionale o internazionale per il trofeo della propria categoria. Il giudizio spetta a più di 250 esperti accuratamente selezionati in tutto il mondo, pronti a varcare oceani e continenti per sedere nelle giurie dell’IWSC. Molti di questi sono Masters of Wine, altri sono vinificatori o distillatori, altri ancora sono esperti del settore.
Sono tornato a Londra, dal 14 al 15 aprile, per l’International Wine Challenge (IWC) che si svolge proprio nel centro di Londra, al KIA Oval,
All’International Wine Challenge partecipano giudici esperti provenienti da tutto il mondo, molti dei quali possiedono la laurea di Master of Wine (MW). Ciò garantisce che i vini all’IWC siano valutati solo dai palati più esperti e stimati. Sono previste 2 tranche di degustazione l’anno (una a Novembre e una ad Aprile) per consentire ai produttori di sottoporre i vini rispetto alle esigenze di mercato o produzione.
L’International Wine Challenge (IWC) prevede più degustazioni dello stesso vino prima che questo venga escluso, considerato “raccomandabile” o meritevole di medaglia (oro/argento/bronzo): quindi degustato da diversi panel di degustazione e in diversi momenti, fino al giudizio finale lasciato ai 5 chairmen, i “Presidenti”, di esperienza internazionale.
Mi sono capitati anche dei vini siciliani, il 10 % del totale, (Nero d’Avola, Frappato e assemblaggi di questi con varietà internazionali) e ho avuto modo di verificare, purtroppo, che questi vini, tra tutti i membri internazionali del mio gruppo, sono stati poco apprezzati per l’eccessiva quantità di zuccheri riscontrabili sensorialmente: sono stati definiti come “vini artificiali”. Sono sicuro che è stato soltanto “un caso”: la Sicilia ha ottime produzioni che non meritano di essere confuse con vini “da industria”, addizionati di mosti concentrati per la dolcificazione o additivi.
Per quest’anno, sono ancora numerosi gli impegni che mi aspettano in Europa, La Selezione del Sindaco a l’Aquila, il Mondial du Chasselas ad Aigle (Svizzera), il Berliner Wein Trophy a Berlino, l’Austria Wine Challenge di Vienna ecc., e per me queste sono tutte occasioni per conoscere il mondo del vino, soprattutto quello lontano, quello di altre nazioni, altri continenti, e far conoscere me e insieme a me la mia Sicilia.