Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
08/07/2016 06:35:00

I conti della Sicilia migliorano, ma c'è un buco "occulto" da sette miliardi

 "Bilancio ripulito e attendibile". È quanto ha detto il presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti Maurizio Graffeo nel corso del giudizio di Parificazione a  palazzo Steri a Palermo. Presenti il presidente della Regione Rosario Crocetta, l'assessore Alessandro Baccei e il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzzone. Graffeo ha parlato di "epocale ripulitura dei conti. Adesso i conti sono più attendibili. Non si torni ai vizi del passato".

"I continui episodi di corruzione fanno fuggire gli investitori internazionali. L'ho detto lo scorso anno e lo ribadisco quest'anno, ma nulla è cambiato". Lo ha detto Diana Calaciura Traina, procuratore generale d'Appello della Corte dei Conti.

"È evidente - ha aggiunto - che la crisi economica e la corruzione procedono assieme. La corruzione è una malattia sociale. I fatti di cronaca settimanali ci dicono che è una malattia inguaribile, una vera anestesia della morale. Come si combatte la corruzione? Con la trasparenza e la semplificazione delle procedure. Servono queste cure preventive".

Tra il 2015 e il 2020 andranno in quiescenza quasi 4.500 regionali, per l'esattezza le richieste di pensionamento sono 4482. È uno dei dati emersi dal rendiconto generale della Regione Siciliana per l'esercizio finanziario 2015 nella relazione del procuratore generale d'Appello della Corte dei Conti Diana Calaciura Traina. Una "cura dimagrante" del personale regionale attuata grazie ai prepensionamenti previsti in finanziaria.

AUMENTANO LE ENTRATE. Aumentano le entrate e diminuiscono le spese. Il bilancio 2015 della Regione siciliana ha registrato un aumento del 24,12% delle entrate accertate, passate da 17.683 milioni del 2014 a 21.947 milioni del scorso anno. Si è assistito a un aumento delle entrate correnti accertate (11,60%), cresciute da 15 miliardi 497 milioni a 17 miliardi 296 milioni, un aumento delle entrate accertate conto capitale (99,76%), passate da un miliardo 294 milioni a 2 miliardi 585 milioni, mentre gli accertamenti di entrate per accensione di prestiti sono state 2 miliardi 66 milioni.

Sensibile la contrazione dei residui attivi che dai 14 miliardi 384 milioni di euro al 31 dicembre 2014, si sono attestati alle fine del 2015 a 4 miliardi 162 milioni di euro. Anche le spese complessivamente impegnate dalla Regione hanno fatto registrare una lieve riduzione rispetto al precedente esercizio, passando da 19 miliardi 908 milioni a 19 miliardi 432. C'e' stato, invece, un aumento delle spese correnti impegnate che dai 16 miliardi 477 milioni di euro nel 2014 sono diventate 16 miliardi 730 milioni di euro nel 2015. Sono diminuite le spese in conto capitale (da 3 miliardi 188 milioni nel 2014 a un miliardo 922 milioni nel 2015), mentre le spese per rimborso di prestiti sono passate da 242 milioni del 2014 a 779 milioni del 2015.

Bacchettate arrivano dalla Corte dei Conti alle gestione dei Forestali e delle Partecipate. Sono costosi e la gestione è opaca. Gli oneri sostenuti dalla Regione per i forestali sono ritenuti dai giudici contabili "assai elevati". "Non può sottacersi - sottolinea Diana Calaciura Traina - che l'attività istituzionale delle strutture regionali preposte all'assunzione di tale categoria di lavoratori è svolta attraverso la realizzazione di progetti finanziati con risorse regionali e comunitarie. Tale circostanza comporta non soltanto, a volte, una inutile reiterazione di adempimenti, ma anche una lievitazione dei costi. Gli ultimi dati, purtroppo completi e imparziali, acclarano che i costi del personale delle società partecipate ammontano nel 2015 a 190 milioni di euro in corrispondenza di un numero di dipendenti che si mantiene superiore a 7.000 unità".

La gran parte dei costi si riferiscono a Seus scpa, con 3.235 unità e a Sas scpa con 1974 unità. Tali dati "già di per sé negativi", si inseriscono "nel già opaco quadro delle società partecipate. Constatato, ancora una volta l'inadeguatezza dei controlli effettuali dalla Regione nei confronti delle società partecipate, non essendo ammissibile che gli organi di amministrazione di società, di cui l'ente Regione è unico socio o di maggioranza, non rispondano adeguatamene alle richieste di informazioni da parte delle Ragioneria generale. Si raccomanda, quindi, che la Regione eserciti pieni poteri di governance e relativi poteri di controllo".

Non immune da critiche anche la gestione di Riscossione Sicilia Spa. “L’andamento della riscossione in Sicilia – si legge infatti nel rendiconto - ha continuato a risentire, nel corso del 2015, del contesto socio-economico sfavorevole, caratterizzato da un persistente alto tasso di disoccupazione e dalla lenta ripresa dei fattori produttivi: ciò in controtendenza con il dato nazionale che, invece, ha registrato un incremento dell’11,2 per cento sulla riscossione da ruoli”.  La società “non ha raggiunto l’obiettivo previsto dalla convenzione, ovvero l’incremento del 5 per cento rispetto alle somme riversate all’erario nel 2014”. “Queste Sezioni riunite – si legge sempre nel rendiconto - non possono non rilevare che le pesanti perdite dei bilanci societari, nell’ultimo quinquennio, hanno portato il patrimonio netto di 'Riscossione Sicilia S.p.a.' da una consistenza di 40,7 milioni di euro alla data del 31 dicembre 2010, a 9,2 milioni al 31 dicembre 2015”.

CROCETTA.  “Stiamo preparando un esposto sia alla Procura della Corte dei conti sia alla magistratura sulla gestione anomala della chiusura dei rapporti con Montepaschi che risale al 2007 che ha determinato la situazione debitoria di Riscossione Sicilia”. E’ quanto ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, a margine del giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2015.

C’è stata un’azione di indebitamento spaventosa nei confronti di Montepaschi, avvenuta nel passato, che ha strozzato Riscossione Sicilia. Ogni anno Riscossione ha ereditato da Montepaschi una scopertura bancaria di 160 milioni di euro con un tasso di interesse pari al 5 per cento annuo, quando, invece, Equitalia paga l’1 per cento. Non c’è un rapporto anomalo di lavoratori”.

“Se si pensa poi ai 25 milioni di euro di trasferimenti, per noi molto discutibili, che Riscossione deve per la fuoriuscita a Montepaschi e su cui noi abbiamo un contenzioso – ha proseguito il governatore – capite bene che chi ci ha consegnato Riscossione Sicilia ci ha dato una società indebitata”.