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10/07/2016 19:30:00

Scrive Antonio Angileri, sulle scale del cimitero di Marsala

Stimato direttore Appari,
le scrivo da semplice cittadino che vuole far ascoltare la propria voce conscio del fatto che altri saranno concordi con ciò che le sto per esporre.
E’ già trascorso un anno da quando mio padre ci ha lasciati, io non sono un gran frequentatore di cimiteri poiché penso che chi ci lascia viva solo dentro di noi e nei nostri ricordi.
Detto questo però ci sono persone e sono la maggior parte che frequentano spesso il cimitero perché portatori di un sistema di valori e credenze che li spinge a frequentare quel luogo per entrare in contatto con ciò che di più profondo vi era nella relazione con lo scomparso e mettersi in una condizione meditativa che li soddisfi e al contempo allevi seppur per poco tempo il dolore del lutto.
Per tali motivi i cimiteri dovrebbero favorire tali condizioni psichiche.
Lasciando da parte l’ormai endemico e incurabile male del posteggiatore abusivo che già all’arrivo ti mette di cattivo umore e non volendo considerare le piante di cappero che rigogliose escono dalle antiche lapidi e tralasciando oltremodo le bacche sui gradini della scala di ingresso che cadono dalle fronde laterali alla stessa rendendo pericoloso il percorso, la cosa che più mi manda in escandescenza sono le scale in metallo lungo i viali. Ve ne sono di due modelli, uno in ferro pesantissimo che anch’io con la mia mole faccio fatica a spostare e un altro modello in alluminio, più leggero del precedente ma spesso non fruibile ai più poiché carente di una delle due ruote che dovrebbero permetterne gli spostamenti. Tenendo in considerazione il fatto che all’epoca non potemmo scegliere il piano di sepoltura che nel caso di mio padre fu il quarto, mia nonna, madre del defunto non fu mai messa nelle condizioni di porre un fiore sulla tomba del figlio. Immaginare una donna di una certa età spostare una scala pesante o pericolante e salirci sopra è una follia.
Queste sono cose di ordinaria amministrazione, i dirigenti e i funzionari dovrebbero attenzionare le problematiche e risolverle in tempi celeri, non si sta parlando di rifare la rete fognaria ma solo di rendere un luogo di tale importanza simbolica idoneo alla sua destinazione. Il sindaco sproni i suoi a fare di più.

Antonio Angileri