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14/07/2016 20:00:00

Mafia, Fondazione con il Sud: "Serve unico Ente per i beni confiscati"

Superare i limiti degli strumenti operativi e della normativa che attualmente regola la gestione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie costituendo un unico Ente per la gestione dell'intero sistema che subenti all'Agenzia nazionale, l'Anbsc. Un nuovo Ente che, in particolare, si dovrebbe occupare di gestire lo stock di risorse derivanti dalle confische e dai sequestri, che attualmente fanno parte del Fondo Unico di Giustizia (Fug). E' questa in sintesi la proposta nata da un gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione con il Sud e costituito da Forum del Terzo Settore, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariparo, Fondazione Sicilia, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna che è stata illustrata oggi a Roma alla stampa.

La proposta evidenzia la necessità di un uso sociale e di una gestione economicamente più efficiente dei beni, più pubblica e partecipata, improntata alla massima trasparenza e che preveda un utilizzo delle risorse esclusivamente destinato alla valorizzazione e gestione delle aziende e dei beni immobili confiscati. Infatti l'analisi dello stato dell'arte, spiegano gli autori della proposta, ha evidenziato le numerose criticità dell'attuale sistema. In Italia i beni confiscati sono 23.576 (dati Anbsc di febbraio 2016), concentrati soprattutto in 6 regioni (Sicilia 43,51%, Campania 12,76%, Calabria 12%, Puglia 9,46%, Lazio 7,02%, Lombardia 6,88%).


Ma, rileva il presidente della Fondazione con il Sud, Carlo Borgomeo "non sono disponibili dati certi sul numero di beni utilizzati nonostante i 21 milioni di euro destinati nel precedente ciclo della programmazione dei Fondi strutturali alla loro mappatura con i progetti Regio (un sistema informatico del valore di 7 mln) e Sit-Mp (un sistema informatico telematico del valore di circa 14 mln di euro) nati proprio allo scopo di garantire un continuo scambio di dati e informazioni sui sequestri, sulle confische e sulla gestione dei beni confiscati". Una recente ricerca dell'associazione Libera ha censito 525 soggetti, del terzo settore, che hanno valorizzato beni confiscati.