Forse la chiave di tutto si può ritrovare nella frase di Antonio Vinci. Il capogruppo del Pd a Marsala - cioè del primo partito, il partito del Sindaco - ad un certo punto del dibattito disse, come riportato testualmente nel verbale della seduta del consiglio comunale di Marsala: "Io non faccio l'urbanistica, come dice il collega architetto, sono un tecnico di campagna quindi non capisco certe cose". E vale un po' per tutti, al consiglio comunale di Marsala.
Perchè? Cosa è successo? In questi giorni nei quali assistiamo al grande collasso del sistema dei rifiuti in Sicilia, che ormai investe in pieno anche la città di Marsala, dal Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale, giunge la notizia di una sentenza importante riguardo ad una vicenda della quale c'eravamo occupati, ovvero la richiesta di ampliamento che era stata fatta dalla Sarco, azienda marsalese che si occupa di riciclaggio dei rifiuti.
L’azienda marsalese che si occupa dello smaltimento e riciclaggio di vetro, metalli e altri rifiuti differenziati, vuole ampliarsi per creare un centro di stoccaggio per materiali inerti e amianto. L’azienda si trova in contrada Fiumarella, accanto al canile comunale.
Il progetto della Sarco è quello di convertire una piccola parte della sua proprietà, si parla di 200 metri quadrati, al deposito di rifiuti pericolosi come l’Eternit. Rifiuti che dovrebbero essere depositati lì, imballati, messi al sicuro da fuoriuscite, e una volta accumulata una discreta quantità smistare alle centrali di smaltimento, il tutto per evitare una stoccaggio intermedio in altre province siciliane. Un’altra area invece dovrebbe stoccare rifiuti edili.
La richiesta, presentata nel 2013, dopo un lungo tira e molla, è stata bocciata dal consiglio comunale. Al termine di un dibattito di grande spessore, frase di Vinci compresa. Lo potete leggere cliccando qui (è una divertente lettura estiva).
La Sarco ha fatto ricorso al Tar, e il Tar ha dato ragione all'azienda di Antonio Spanò, sospendendo la delibera approvata dal consiglio. La sentenza è la 1541 - 2016, e la potete leggere cliccando qui (questa lettura, invece, è molto istruttiva). Entro trenta giorni, adesso, il consiglio dovrà discutere di nuovo l'atto. Trenta giorni da quando? Da quando la Sarco ha notificato l'atto al Comune, che risulta averlo ricevuto il 7 Luglio. Quindi, entro il 7 Agosto Sala delle Lapidi si deve pronunciare di nuovo.
Ma quello che è più grave è che i giudici amministrativi bacchettano aspramente i consiglieri comunali di Marsala, perché stabiliscono che manca una motivazione del no alla Sarco, sia in termini giuridici che pratici, e che non sono state prese in considerazione le motivazioni presentate dall'azienda. In particolar, scrivono i giudici:
- la deliberazione impugnata non contiene alcuna motivazione, dalla quale possa evincersi quali siano i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche sottese all’atto negativo; né, d’altro canto, tale delibera risulta essere stata preceduta da una proposta, corredata dai (necessari) pareri di regolarità tecnica e contabile;
– non vi è alcun passaggio sulle osservazioni presentate dalla ricorrente con la nota datata 04.03.2016, né si comprendono le ragioni dell’eventuale mancato accoglimento delle stesse deduzioni, contenenti gli elementi, i quali, a parere della ditta, potrebbero fare ritenere superabile la presenza del canile comunale vicino alla struttura interessata;
– non può essere di per sé ostativa la destinazione agricola dell’area interessata, spettando, piuttosto, all’Amministrazione Comunale il potere/dovere di verificare comunque la compatibilità del sito prescelto con l’impianto da realizzare e con le attività da svolgere; e fermo restando che, ai sensi dell’art. 208, co. 6, d. lgs. n. 152/2006, “L’approvazione sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico”.
Insomma, una figura barbina e una bocciatura solenne. Ancora più singolare è un altro aspetto. Perché da un lato il consiglio, in pratica, rigetta una richiesta senza motivo. Dall'altro lato lo stesso Comune di Marsala non si è costituito in giudizio con il suo ufficio legale, come se l'atto non interessasse la Pubblica Amministrazione. In una vicenda che rischia di avere altri risvolti, perché qualora il Tar dovesse, nel giudizio di merito (rinviato al 2017) ravvisare anche un danno subito dalla Sarco, i consiglieri comunali potrebbero essere chiamati dalla Corte dei Conti al risarcimento dei danni causati all'azienda.