Come avevamo annunciato qualche giorno fa, in base a più di un'indiscrezione che girava tra gli uffici del Ministero della Pubblica Istruzione, la prima prova del nuovo concorso per la scuola è stata in Sicilia un'ecatombe: sono stati bocciati due prof su tre. I motivi? Quesiti troppo complessi, scarsa preparazione degli aspiranti docenti, eccessiva severità delle commissioni. Eppure in Sicilia ci sono a bando più di 4000 posti. Non è andata molto diversamente nel resto di Italia, dove mediamente la metà dei candidati non è stato ammesso alle prove orali (i posti nel Paese sono 63.712). Adesso c'è il rischio che classi di concorso avranno un numero di vincitori inferiore a quello dei posti disponibili. Alcuni deputati hanno presentato un'interrogazione parlamentare per avere dei chiarimenti dal parte del ministro all'Istruzione, Stefania Giannini, in merito ai tanti problemi che sono emersi durante questa prima fase del concorso. L'Anief parla di “mancanza di trasparenza, valutazioni inadeguate, vizi di forma e i programmi allargati a più classi di concorso o cambiati all’ultimo momento”. E poi ci sono i casi clamorosi, documentati nelle ultime settimane da riviste specializzate come Orizzontescuola: per esempio la scomparsa a Palermo di due plichi che contenevano i dati anagrafici e i codici identificativi di alcuni candidati. L'esito più clamoroso sembra essere quello dell'ambito AD06, che comprende le classi di concorso A18 (Filosofia e scienze umane) e A19 (Filosofia e storia). Le prove scritte sono risultate tra le più difficili, tanto da provocare anche la reazione da parte di professori universitari. I risultati sono stati disastrosi: la media nazionale dei bocciati per A18 è dell'88%, per A19 dell'80%, come riporta OrizzonteScuola.it. In Sicilia è per le scienze umane nessuno dei 129 candidati presenti ha superato la prova, per filosofia e storia solo 12 ammessi, ossia il 10%. Sempre in Sicilia, alcune situazioni più difficili si sono registrate nella A046, ossia le materie giuridiche per le scuole superiori, dove è stato ammesso agli orali solo il 17%, proprio a causa delle defaillance nella lingua inglese. Per tutto il mese di agosto le commissioni lavoreranno senza sosta, per avere pronte entro il 10 settembre le graduatorie di 39 classi di concorso su 44 . Non ci si arriverà per infanzia, primaria, matematica e fisica e lettere.
TRASFERIMENTI. Resta aperto intanto il nodo dei trasferimenti dei prof siciliani al Nord, causa di molto malessere. La novità adesso è che aumentano i posti in deroga di sostegno, che saranno 4.606 in tutta l'Isola, facendo lievitare il totale dei posti a 15.275, 674 in più rispetto allo scorso anno, a fronte di un aumento di 1.314 alunni diversamente abili nelle classi siciliane. E' questo l'esito dell'incontro tra i vertici dell'Ufficio scolastico regionale e i sindacati, proprio mentre è esplosa la protesta per l'alto numero di docenti neoassunti costretti a lasciare la propria terra perché assegnati nelle regioni del Centro-Nord. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil scuola e Snals Confsal hanno ribadito che, in modo particolare per quest'anno scolastico, “c'è la necessità di svolgere le operazioni di mobilità annuale solo dopo aver acquisito e messo a disposizione dei docenti tutti i posti disponibili in organico di fatto, compresi quelli in deroga per il sostegno – scrivono i segretari regionali in una nota congiunta -. È stata evidenziata la necessità di dare risposta, almeno con i trasferimenti annuali, alla gran quantità di docenti immessi in ruolo a seguito della legge 107 e che oggi sono costretti a lasciare la Sicilia”. Durante l'incontro è stata illustrata la tabella della distribuzione regionale dei posti in deroga per il sostegno. I 4.606 posti saranno così distribuiti: 1.927 a Palermo, 1.150 a Catania, 350 a Caltanissetta, 338 a Trapani, 300 a Siracusa e 300 ad Agrigento, 264 a Messina, 94 ad Enna, 74 a Ragusa. “La distribuzione si è basata sulla effettiva rilevazione degli alunni con disabilità grave certificata o attestata da sentenze del Tar, particolarmente presenti in alcune province. Questo consentirà, in particolare ai docenti di sostegno di tutti gli ordini di scuola, di avere maggiori possibilità di rientro con la mobilità annuale – aggiungono i sindacati -. Purtroppo ciò non potrà avvenire per i docenti delle altre classi di concorso”. E' stata inoltre comunicata la dotazione organica di adeguamento del personale Ata pari a 403 unità. E l'Usb osserva: “Le proteste degli insegnanti hanno un fondamento più che valido. Ce ne dà conferma la comunicazione dei posti assegnati in deroga alle province siciliane”.
MATURITA' E VOTI. Diminuiscono i bocciati alle superiori, ma negli scrutini 2016 uno studente su 4 si è visto dare il recupero a settembre di uno o più insufficienze, anche se il dato è in diminuzione rispetto allo scorso anno. Sono i primi dati dei risultati dell’an - no scolastico 2015/16, diffusi dal ministero dell’Istruzione. All’Esame di quest’anno è stato ammesso il 96% degli alunni di quinta. Il 99,5% dei maturandi ha ottenuto la promozione, con un leggero incremento (era il 99,4%) rispetto al 2015. Aumenta il numero di studenti, dal 62,2% al 63,1%, che prende un voto superiore ai 70 centesimi. In particolare, i 100 aumentano, passando dal 4,9% al 5,1%, così come crescono le votazioni 91-99, che salgono dall’8,4% all’8,6%, e quelle 81-90, dal 18,7% al 19,1%. Stabili al 29,2% i voti fra il 71 e l’80 mentre diminuiscono i voti più bassi: i 61-70 scendono dal 29,3% al 28,9% e i 60 dall’8,6% all’8%. In leggero aumento anche i diplomati con lode: sono l’1,1%, rispetto allo 0,9% dell’anno scorso. Le Regioni con il maggior numero di super bravi sono: Puglia (934 lodi), Campania (713), Sicilia (500).
Nel II grado scende la percentuale dei bocciati: dal 9% del 2015 al 7,7% di quest’anno. I non ammessi si concentrano soprattutto nel primo anno: sono il 12,3% (13,7% lo scorso anno), confermando il dato della maggior difficoltà che gli studenti incontrano nel passaggio dal I al II grado. La percentuale di non promossi è del 12,4% negli Istituti professionali, seguono gli Istituti tecnici con l’9,8% e i Licei con il 4,3%, percentuali comunque tutte in calo rispetto al 2015.