Se questo è il sistema che la burocrazia italiana adotta per “aiutare” i suoi cittadini in difficoltà allora bisogna avere il coraggio di denunciare a voce alta che lo stato Italiano sta uccidendo i propri cittadini”. E’ questo uno dei passi principali della nota cui il Sinalp interviene su una vicenda che ha dell’incredibile. Una giovane donna marsalese (P.T.), disoccupata, nullatenente e con un figlio piccolo, a cui è stato risposto “picche” dopo la domanda presentata per ottenere il sussidio (buono spesa di 100 euro al mese per un massimo di 5 mesi) previsto nell’ambito del progetto “A braccia aperte”. Sussidio per indigenti negato perché la donna un Isee di 50 centesimi!!!! “Ma come? – si chiede P.T. – Non mi danno il contributo economico previsto dal progetto ‘A braccia aperte’ perché ho un Isee di soli 50 centesimi?”. Al fianco della donna si è subito schierato il Sinalp (Confederazione sindacale nazionale autonoma dei lavoratori e dei pensionati). “Quando alcuni mesi fa apprendevamo la notizia della nascita del Progetto “A Braccia Aperte” istituito dal Distretto Sociosanitario 52 Marsala Petrosino – si legge in una nota a firma dei segretari regionale e provinciale, Andrea Monteleone e Ignazio Parrinello - ci siamo uniti al plauso collettivo per l'iniziativa concreta, reale e non solo teorica, in grado di dare delle risposte concrete a tutti coloro che vivono in stato di totale e grave indigenza. Questo servizio che nella semplicità della sua azione trae la forza della realizzazione di aiuti concreti, rispondendo appieno ai bisogni primari delle persone che potranno ottenere generi alimentari e di prima necessità presso i punti vendita convenzionati. Chiaramente – si continua - il requisito per accedere a questi aiuti è di farsi inserire nella graduatoria istituita in base alla mancanza di reddito del nucleo familiare ed al numero dei suoi componenti. Purtroppo viviamo in Italia e in Sicilia, e in questi casi la burocrazia ottusa ed autoreferenziata spesso uccide anche le speranze degli ultimi della nostra martoriata società”. Parole molto dure usate prima di entrare nello specifico. Una donna ed il suo nucleo familiare “in totale stato di indigenza”, spiega il Sinalp, presenta domanda per essere inserita in graduatoria e allega, come prevede il bando, il certificato Isee (indicatore della situazione economica equivalente) nel quale la “fortunata”, grazie ai sistemi di calcolo automatici previsti dai software che gestiscono questa certificazione, si ritrova con un “incredibile reddito del nucleo familiare pari a 50 centesimi di euro”. Tanto è bastato, continua la nota del sindacato, per escludere questa donna e il figlio da questi aiuti alimentari “appena sufficienti alla sopravvivenza”. Il Sinalp chiede, quindi, che “chi ha il potere di decidere si guardi allo specchio e prenda la giusta decisione, senza subire l'imposizione di semplici algoritmi elettronici, aiutando chi veramente ha bisogno”. Il sindaco Alberto Di Girolamo spiega che l’amministrazione comunale e i suoi funzionari “non possono non rispettare le leggi dello Stato”. Si cercherà, comunque, di “aiutare in altri modi chi ha bisogno”. Intanto, alla donna protagonista della vicenda rimane tanto amaro in bocca.