Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
17/09/2016 10:00:00

Marsala. La Sicilfert e la lite tra parenti. Finisce tutto in tribunale

 Padre contro figlio. Fratello contro fratello. E’ questo lo scenario che in Tribunale vede i guai giudiziari della famiglia Foderà (azienda Sicilfert) in una incredibile lite approdata in un’aula di giustizia. Michele Foderà, primo titolare dell’azienda che in contrada Maimone produce fertilizzati e concimi per l’agricoltura (anche riciclando rifiuti), ha infatti querelato e mandato sotto processo il figlio, Pietro, e il fratello, Antonino, accusandoli di avere cambiato le serrature della porta dei magazzini dell’azienda di famiglia. Magazzini sequestrati dalla magistratura dei quali Michele Foderà, in qualità di amministratore unico, era stato nominato custode giudiziario. Ma tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, della Sicilfert divenne amministratore, e di conseguenza custode giudiziario, il figlio, Pietro Foderà, che con lo zio Antonino, secondo Michele Foderà, avrebbe cambiato le serrature agli ingressi. Ciò avrebbe scatenato la furiosa reazione del primo titolare della Sicilfert. Parenti serpenti, dunque. Adesso, il pm Salvatore Fabrizio Contorno ha chiesto la condanna di Pietro e Antonino Foderà a sei mesi di reclusione ciascuno. Per l’avvocato difensore Diego Tranchida, invece, i due imputati devono essere assolti. La sentenza è attesa per il 13 ottobre.