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21/09/2016 06:10:00

Mafia, la vera Catturandi è un'altra cosa...

 “Una cosa è la fiction televisiva, un’altra è la vera Catturandi”. I.M.D., il poliziotto-scrittore della mitica sezione della Squadra Mobile di Palermo, che si cela dietro una sigla per ragioni di sicurezza dopo aver arrestato latitanti come Bernardo Provenzano, Totò Riina e Giovanni Brusca, commenta la serie tv “La Catturandi - Nel nome del padre” in onda in questi giorni su Rai 1. “Non si possono fare paragoni”, prosegue, “perché la realtà del nostro lavoro e della nostra quotidianità è ben diversa da quella partorita dalla fantasia”.
Questo poliziotto, che si è dedicato per moltissimi anni alla caccia di boss mafiosi un tempo ritenuti imprendibili, ha raccontato in tre libri, pubblicati da Dario Flaccovio tra il 2009 e il 2014, la vera attività investigativa che ha visto coinvolti lui, i suoi colleghi e i dirigenti della sezione.
Dario Flaccovio Editore, primo in ordine di tempo, ha scommesso sull’interesse che l’attività di questa squadra di uomini coraggiosi avrebbe suscitato nell’immaginario collettivo, pubblicando nel 2009 il libro “Catturandi” di I.M.D.
In quel saggio che tanto clamore ha sollevato – in Italia e all’estero – l’autore ha raccontato come funzionano le indagini mirate all'individuazione dei boss di Cosa nostra: le intercettazioni ambientali e telefoniche, i pedinamenti, le riprese video, gli appostamenti, le strategie e gli accorgimenti operativi e di legge che hanno portato all’arresto di tanti capomafia, tra i quali - oltre a quelli già citati - anche Vito Vitale, Salvatore e molti altri. Nel successivo volume, “100% sbirro”, del 2010, I.M.D ha narrato, sempre per i tipi di Dario Flaccovio, la caccia ai singoli boss, attraverso la sua esperienza diretta, gli interventi sul campo, l’approccio umano e professionale nei confronti dei boss e delle loro famiglie, mafiose e di sangue. A lui, come in un coro, si sono uniti alcuni colleghi della squadra, identificati dai nomi “di battaglia”, che insieme a lui hanno fatto la storia dell’antimafia “operativa” degli ultimi vent’anni. Il libro ha svelato anche le abitudini segrete dei boss: come comunicavano, come si approvvigionavano di cibo, quando e se riuscivano a mettersi in contatto con i familiari durante la latitanza, dove vivevano, come si spostavano, e tanto altro ancora.
Il materiale documentario ha colpito la fantasia anche di numerosissimi ragazzi delle scuole italiane presso le quali I.M.D. ha tenuto nel tempo numerosi incontri finalizzati alla diffusione della legalità e a far crescere nelle nuove generazioni una mentalità combattiva e un’etica che sconfessa il presunto “fascino” della criminalità organizzata.
Dario Flaccovio ha continuato questo percorso con il poliziotto anche grazie a un terzo libro, “La Catturandi – La verità oltre le fiction”, del 2014, nel quale si tirano le fila dell’attività svolta dalla squadra, si traccia il bilancio di una serie eclatante di successi investigativi e ci si interroga su quanto resti ancora da fare, sui misteri non svelati e sui presunti depistaggi, guardando sempre all’auspicato arresto dell’ultima “primula rossa” di Cosa nostra: Matteo Messina Denaro.
La trasposizione televisiva di questi argomenti e di quel determinato ambiente investigativo testimonia l’impatto che tale tematica ha avuto e ha ancora oggi sul pubblico, nonché quale elevato potenziale i libri di I.M.D. conservino e possano continuare a esprimere con forza ed efficacia, anche a distanza di alcuni anni dalla loro pubblicazione. La lotta alla mafia è sempre attuale perché, come sostiene chiunque la conduca seriamente, non bisogna mai abbassare la guardia. Leggere questi libri è costruttivo e rappresenta un puntello per non distogliere nemmeno per un attimo l’attenzione da un fenomeno micidiale e mutevole che tutt’oggi affligge Palermo e la Sicilia, che si è diffuso in tutta l’Italia e nel mondo e sul quale, quindi, è doveroso essere costantemente informati.

PUGLISI.  "Il primo martire di mafia - L'eredità di Padre Pino Puglisi", dedicato al parroco di Brancaccio ucciso da Cosa Nostra il 15 settembre 1993, è un libro scritto a quattro mani da Salvo Ognibene e Rosaria Cascio, che con il beato palermitano ha instaurato un rapporto di amicizia terminato solo con l'assassinio del sacerdote.

Il libro, già nella top ten dei 10 libri più venduti nelle librerie cattoliche, è stato pubblicato per le Edizioni Dehoniane, casa editrice cattolica che, nata subito dopo il Concilio Vaticano II, conta oggi più di 3.000 pubblicazioni e tante firme illustri. La prefazione è stata scritta da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso. Il libro si interroga su cos'è cambiato dopo la morte di padre Pino Puglisi. Il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia, proclamato beato nel 2013, ha lasciato una sfida da raccogliere: l'elaborazione di una pastorale più vicina agli ultimi e capace di fronteggiare i fenomeni mafiosi, soprattutto quelli di natura culturale. Dalle parole di condanna di Giovanni Paolo II a quelle di scomunica di Papa Francesco si è realmente passati, nella Chiesa, "dalle parole ai fatti"? I sacerdoti e le comunità cristiane sanno come comportarsi in modo evangelico di fronte alla prepotenza mafiosa? Esistono esempi di buone pratiche cristiane, che potrebbero essere riprodotte in contesti simili? In occasione dell'uscita del libro viene lanciato anche il sito www.chiesaemafia.it.