Caso Manca, un pentito calabrese, Antonino Lo Giudice, collega la morte dell’urologo direttamente al boss Bernardo Provenzano. Inoltre i verbali delle sue dichiarazioni potrebbero presto entrare a far parte degli incartamenti del processo Borsellino quater a Caltanissetta.
Si torna a discutere sulla morte di Attilio Manca, il medico trovato cadavere il 12 febbraio 2004 nella sua casa a Viterbo, ma in realtà, nonostante siano trascorsi 12 anni non si è mai smesso. Overdose d’eroina per gli inquirenti, delitto di mafia per i familiari del giovane urologo. Proprio loro, infatti, sono stati i primi a sostenere che il 35enne fosse una vittima della mafia, fatto fuori per coprire l’intervento che Bernardo Provenzano aveva subito a Marsiglia.
Ora arrivano le dichiarazioni del pentito Lo Giudice che potrebbero confermare il collegamento della morte di Manca con cause legate alla mafia. Secondo Lo Giudice ad uccidere l’urologo sarebbe stato Giovanni Aiello, detto ''faccia da mostro'', su ordine del boss latitante Bernardo Provenzano che proprio da Manca era stato visitato prima dell’operazione: ''Aiello parlò di un omicidio avvenuto in Sicilia prima ancora che venisse arrestato Provenzano – rivela Lo Giudice - La vittima era un urologo che si era prestato di individuare una clinica all’estero per far operare il boss''. Stando a questa dichiarazione, dunque, il medico sarebbe stato ucciso quindi da Aiello per mantenere il massimo riserbo sulla questione.
Ma i racconti del pentito, ascoltati dai pm di Palermo Antonino Di Matteo e Roberto Tartaglia e di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo sono ancora tutti da verificare. Una ricostruzione che presenta infatti delle contraddizioni di non poco conto, forse derivanti dal fatto che lui non era presente in prima persona la momento degli avvenimenti: ''Il dottore – prosegue Lo Giudice - fu ucciso nel suo stesso studio a Barcellona per conto di Provenzano e del suo avvocato, per non lasciare tracce sull’accaduto''. Una dichiarazione questa che chiaramente non combacia con il ritrovamento del cadavere di Manca nella sua abitazione a Viterbo nel 2004.
Nei verbali del pentito calabrese, che potrebbero entrare a far parte del processo Borsellino quarter, oltre al caso Manca si registrano i racconti di molti altri sanguinosi fatti di cronaca legati alla mafia come la strage di via D’Amelio, il fallito attentato all’Adaura contro Giovanni Falcone, l’assassinio dell’agente Antonino Agostino e la scomparsa di Emanuele Piazza.