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11/10/2016 06:30:00

Erice, Tranchida:"L'aeroporto si rilancia con la partecipazione degli operatori turistici"

Giacomo Tranchida, sindaco di Erice, parliamo della situazione dell'aeroporto Vincenzo Florio, lei ha partecipato alla riunione che si è tenuta presso la sede di Assindustria a Trapani, che cosa ci dice in merito?


Sì, c’ero e ho avuto un acceso diverbio con il presidente dell’Airgest, che,  nominato dal Governo, ci viene a dire che loro hanno un sacco di debiti e che non sanno come onorare la loro parte e viene a chiedere aiuto ai comuni. Mi sembra un modo stucchevole e paradossale, parlando di una struttura nazionale e strategica, e qui si viene a fare la questua ai Comuni del territorio.

....Comuni che già versano i soldi per Ryanair per il contratto di co-marketing.


I Comuni pagano 2 milioni e 400 mila euro più iva che incidono sulle casse comunali, non tutti vengono recuperati dalla imposta di soggiorno che pagano i turisti e vanno a finire così tra le tasse che pagano i cittadini.


Come si esce da questa situazione di stallo. Il sindaco di Trapani Damiano dice che è colpa dei deputati regionali, Fazio afferma che nessuno ha mai lavorato seriamente per costituire una cabina di regia unica; dall’Airgest si chiedono i soldi ai Comuni che ormai non ne hanno più; la Regione che è azionista di maggioranza rimane a guardare…

A me interessano poco le polemiche tra Fazio e Damiano, anche se Damiano tutti i torti non ha, perché c’è un governo della Regione che è assente. Il punto vero è che l’Aeroporto di Trapani è una infrastruttura strategica, sono quattro in totale gli aeroporti in Sicilia, se un Governo non si occupa di questo, che cosa ci sta a fare? Il governo ci deve essere e deve investire sull’aeroporto, qui c’è tanta gente che a sua volta ha investito sul turismo, recuperando abitazioni e immobili trasformandoli in B&B, ecc. I Comuni su questo aeroporto fanno la loro parte, e tra l’altro è l’unico caso in Italia dove i Comuni fanno quello che dovrebbe fare la Regione. Negli altri aeroporti i Comuni non tirano fuori un quattrino.

Tranchida, la fa arrabbiare parecchio questo non impegno della Regione....


Mi fa arrabbiare perché nonostante gli sforzi che stanno facendo i Comuni, e dunque i cittadini del territorio, qui non si cava un ragno dal buco. Hanno detto, è giusto che ci siano gli imprenditori dentro, io ho dato un suggerimento, ho detto di trovare un modo diverso per fare partecipare gli imprenditori. Oggi ogni albergatore paga non meno dal 15 al 25-28% su Booking, o su altri servizi che dirottano l’utenza turistica. Ho detto ad Airgest di trovare una soluzione, anche con Ryanair, per far in modo che attraverso il check-in online e la prenotazione dell’aereo scatti anche un sistema di prenotazione delle nostre strutture alberghiere, poi se siamo bravi possiamo istituire una “Trapani Card”, di modo tale che il turista che arriva dalla Svezia, se va in un ristorante con quella card abbia uno sconto del 10% e quell’operatore sa che deve un ritorno a chi ha fatto la prenotazione. Un modo quindi virtuoso per far compartecipare gli operatori turistici.

Lei ritiene che le prossime elezioni del Libero Consorzio possano rappresentare una svolta e un momento di sintesi anche per tutte queste esigenze?


Spero ci sia un'autorevole cabina di regia che coordini i progetti di sviluppo del territorio, cosa che non c’è stata in questi anni con i commissari. Vero è che i Comuni hanno iniziato a darsi da fare, anche perché si è capito che se non ci si mette assieme a collaborare non si può andare avanti. Molto belle sono le iniziative che si sta intestando la città di Marsala, come il programma SUS che prevede investimenti per 60 milioni di euro tra Erice, Marsala, Mazara, Trapani e Castelvetrano. L’attività che può fare il Libero Consorzio è quella di coordinare le politiche di sviluppo e di rilancio del territorio, ma c’è da dire che bisogna mettersi l’elmetto il giorno in cui si diventa responsabile del Consorzio e andare a bussare cassa allo Stato e alla Regione.


Chi è il Presidente ideale per il Libero Consorzio secondo lei?


Saranno i 458 grandi elettori, chiamiamoli così, a deciderlo. Saranno i sindaci e i consiglieri comunali di tutta la provincia di Trapani. Loro decideranno chi sarà il presidente e il consiglio.


Giacomo Tranchida, lei è candidato alla guida del consorzio?


Io ho detto che ci potrebbe essere una mia disponibilità solo se si ragiona in una logica di non contrapposizione politica. Non è una elezione di primo grado, non partecipano i cittadini, ma solo i Comuni che devono capire di dover stare assieme. La battaglia politica di contrapposizione programmatica si fa quando sei candidato alle amministrative per il tuo comune, il giorno dopo i sindaci, o dentro il distretto turistico, o dentro la SRR o dentro le politiche di sviluppo o di area vasta, debbono necessariamente trovare sintesi e guardare al bene comune, perchè il primo partito è quello del territorio. Se ci sono queste condizioni ci potrebbe essere una mia disponibilità.


Qualche giorno fa è stata bocciata la variante per la realizzazione del Campus Univesitario alle spalle del polo didattico di Trapani, progetto a lei molto caro. In quel caso, a proposito dell’opposizione e dei consiglieri del PSI, di Nino Oddo e del PSI ericino lei ha parlato di feccia politica. Il suo era un commento a caldo o è ancora convinto rispetto a quella sua considerazione?


Io qualche soggetto del panorama politico attuale non ho difficoltà a definirlo con le parole che ho usato e a ribadire in questi termini il modo di muoversi. Berlusconi è stato condannato per aver fatto cadere il Governo Prodi comprandosi i parlamentari con i soldi suoi. Qualcun altro utilizza i fondi della Regione Sicilia, dell’ARS, per dare incarichi di consulenza a tre mesi, una specie di stage, facendo compravendita dal punto di vista politico dei consiglieri comunali, ma come vogliamo definire questo…? Parliamo del Campus, che è un argomento più importante e serio. Il Campus non interessa Erice, interessa l’intero territorio e la Sicilia occidentale, interessa la possibilità di dare servizi, interessa una logica diversa dalle baronìe palermitane dell’università che mandano qui solo i corsi decentrati, interessa la possibilità di spingere l’università a fare percorsi formativi di eccellenza. Se c'è la possibilità di avere 18 milioni con questa fame di lavoro nel settore dell’edilizia in particolare, non credo debba fare schifo, se ci sono le possibilità che arrivino questi fondi in parte da privati, in parte dal pubblico, è peggio, consentitemi di dire, di rinunciare alle Olimpiadi di Roma.