Boom di ingressi nei musei e nelle aree archeologiche siciliane. Lo certificano i numeri dell’assessorato Beni Culturali della Regione Siciliana. I musei e le zone archeologiche siciliane quest’anno sono andate bene. I dati sono dei primi sei mesi dell’anno, e rispetto allo stesso periodo del 2015 si è registrato un aumento del 15% degli incassi dei musei siciliani. Si parla di un milione e 300 mila euro in più nei primi sei mesi del 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In soldoni, da gennaio a giugno del 2015 gli incassi di musei, aree archeologiche, chiese gestite dalla Regione Siciliana erano di 8,5 milioni di euro, e quest’anno sono passati a 9,8 milioni di euro. Un incremento che certifica i dati positivi sul turismo arrivati nelle scorse settimane. La Sicilia, anche a causa delle vicende internazionali, la paura per l’allarme terrorismo in primis, è stata meta preferita dai viaggiatori di tutta Europa. Le stesse motivazioni che hanno portato sull’Isola anche parecchie scolaresche in gita. Infatti, crescono gli incassi, ma crescono, e in maniera più sostanziosa gli ingressi gratuiti, rispetto a quelli a pagamento. Questo per effetto delle tante gite scolastiche fatte in Sicilia rispetto a mete come Francia e Germania.
Ai primi posti ci sono le mete più note, ovviamente. La meta preferita dai turisti è il Teatro antico di Taormina, che nei primi sei mesi dell’anno è stato visitato da 335 mila persone, una media di 1.840 persone al giorno: ha incassato 2 milioni 427 mila euro, circa mezzo milione di euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I dati della Regione mostrano soprattutto un fenomeno Valle dei Templi, ad Agrigento. Risulta essere l’area che cresce di più. C’è stato infatti un aumento del 40% dei biglietti. Agrigento scalza Siracusa e si piazza seconda in classifica. La Neapolis di Siracusa è seguita poi dalla Villa del Casale di Piazza Armerina. Sono queste le quattro mete più gettonate. Da sole fanno 7,2 milioni di incassi, ossia il 70% del totale.
In provincia di Palermo spicca il Duomo di Monreale, visitato da quasi 100 mila persone, con un incasso di 388 mila euro in sei mesi.
In provincia di Trapani invece? Nei primi sei mesi le aree regionali hanno incassato 1.203.989,50 euro, poco più di 70 mila euro in più rispetto allo scorso anno. I visitatori sono stati in totale 324.466, in aumento del 2,03% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre gli incassi aumentano del 6,32%. Le mete più gettonate ancora una volta sono le aree archeologiche di Segesta e di Selinunte. A Segesta i visitatori sono stati 137 mila, 4 mila in più dello scorso anno e sono stati incassati 558 mila euro. Hanno visitato l’area archeologica di Selinunte 114 mila persone (+10.000), per 470 mila euro (+53.000 euro). Aumenta anche l’ex Stabilimento Florio, a Favignana, che con i suoi 17 mila visitatori, più 6 mila dello scorso anno, ha fatto 71 mila euro, circa 26 mila in più rispetto ai primi sei mesi del 2015. Quasi 22 mila persone invece hanno visitato il Museo del Satiro di Mazara del Vallo, che “valgono” 68 mila euro, 13 mila in più dello scorso anno. Non aumenta visitatori, ma aumenta i ricavi il Museo Pepoli di Trapani. Con cento visitatori in meno si attesta a 12.457 ingressi nei primi sei mesi dell’anno, che valgono 15 euro circa, mille in più del 2015. Male, malissimo il Museo archeologico Lilibeo di Marsala. Si sono praticamente dimezzati i visitatori. Lo scorso anno, da gennaio a giugno, hanno varcato la soglia del museo 28 mila persone, che permettevano un riavo di 28 mila euro. Quest’anno ne sono arrivate 14 mila, con un ricavo di 12 mila euro scarsi. Il dato di Marsala però è molto singolare. Perchè dei 14.286 visitatori, soltanto 3.192 sono stati paganti. Un dato che deve far riflettere anche sull’ “appeal” che ha il Museo Lilibeo.
Perdono terreno anche le Cave di Cusa, a Campobello, che introita 6.800 euro (-2.900 euro) con 2469 visitatori (-1800), e il Castello Grifeo di Partanna che nei primi mesi dell’anno ha aumentato i visitatori, ma non gli incassi, questo per l’aumento dei non paganti. Su 3.782 i non paganti sono stati 3.258. Gli incassi ammontano a 1.858 euro, in sei mesi.