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07/01/2017 06:55:00

La commemorazione di Mattarella. a Palermo e Castellammare

Nonostante la pioggia battente anche quest’anno a Castellammare del Golfo un corteo di autorità civili e militari dall’ingresso del cimitero ha raggiunto la piccola chiesa del camposanto cittadino per omaggiare la memoria di Piersanti Mattarella. A 37 anni dall’omicidio la sobria cerimonia in ricordo di Piersanti, il presidente della Regione siciliana nato a Castellammare del Golfo nel 1935 ed ucciso a Palermo il 6 gennaio del 1980, proprio nella giornata dell’epifania. Un momento di preghiera celebrato da Don Fabiano Castiglione, parroco della Chiesa Madre per Piersanti Mattarella che riposa dirimpetto la tomba del padre Bernardo. Una corona di fiori deposta sulla tomba di Piersanti, fratello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi il ricordo del sindaco Nicolò Coppola: «Piersanti ci ha lasciato un testamento politico ed umano attualissimo: il suo percorso ha mostrato la volontà di vivere per i principi di legalità e trasparenza nell’interesse di tutta la collettività-ha detto il sindaco Nicolò Coppola davanti la tomba di Piersanti-. Per questo, come ho già fatto presente, la commemorazione in memoria di Piersanti non è rituale, ma la precisa volontà di far comprendere che l’unica via possibile per tutti, non solo per noi concittadini che lo conoscevamo e con lui abbiamo condiviso un percorso, è seguire il suo esempio mantenendo viva la memoria di quanto da lui compiuto nell’interesse comune senza deviazioni o scorciatoie, ed anche a costo di rimetterci la vita». Per il presidente del consiglio comunale Domenico Bucca: «L’insegnamento di Piersanti è quello di essere esempio di correttezza, efficienza e trasparenza. Un messaggio chiaro per chi ha un ruolo istituzionale, per tutti i cittadini ma soprattutto per i più giovani».

PALERMO. Palermo ricorda il suo presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia 37 anni fa. In via Libertà, dove nel giorno dell'Epifania del 1980 il politico democristiano fu ammazzato - sotto gli occhi della moglie Irma e ai suoi due figli Bernardo (20 anni) e Maria (18 anni) - per fermare la sua sfida per una "Regione con le carte in regola".

“Con immutato orgoglio – ha detto il sindaco Orlando – anche quest'anno ricordiamo la figura di Piersanti Mattarella ucciso da un sistema di potere politico affaristico-mafioso che governava questa città ed anche un modo per ricordare come dopo quell'omicidio e dopo tanti altri omicidi Palermo fortunatamenete è cambiata e non è più governata dalla mafia. Questo si deve al sacrificio di persone come Piersanti Mattarella che hanno indicato cosa significa la buona politica che si presenta a tutti con le carte in regola".

BOLDRINI. La presidente della Camera, Laura Boldrini, nel 37mo anniversario dell'uccisione di Piersanti Mattarella, sottolinea: la mafia "si sentiva minacciata dalla sua determinazione nel voler opporre ad un sistema ricattatorio e di sopraffazione una logica nobile della politica". "Ricordare e onorare il suo nome - aggiunge - ci aiuta a non abbassare mai la guardia nella difesa dello Stato di diritto e a sensibilizzare la collettività,in particolare i giovani,ai valori della giustizia e della democrazia".

GRASSO. “Quello di oggi non deve essere considerato uno stanco rituale, ma la testimonianza di un impegno. L’impegno di un uomo politico che deve costituire un esempio, perché aveva quelle doti di passione, senso di responsabilità e lungimiranza che tutti gli uomini politici dovrebbero avere. Inoltre, come tanti siciliani, si è sacrificato per l’idea di una Sicilia libera e felice, di una terra dove vivere senza violenza, paura, sopraffazione e privilegi”. Con queste parole il presidente del Senato Pietro Grasso ha voluto commemorare a Palermo l’ex presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella. “La politica – ha sottolineato Grasso – deve riuscire ad amministrare la Sicilia come andrebbe amministrata e come voleva Piersanti Mattarella: senza privilegi né paura né violenza, con un alto senso di responsabilità, facendo l’interesse dei siciliani, che lo meritano”.

“Purtroppo – ha aggiunto Grasso – ancora piena verità non è stata fatta perché, seppure sono stati condannati tutti i componenti della cupola mafiosa, non si e’ mai potuto accertare l’identita’ del killer. Pero’ la tendenza della ricerca della verita’ non ci deve mai abbandonare. Io nella mia vita di magistrato ho sempre cercato in tutti i modi di trovare questo ultimo scampolo di verita’ senza riuscirsi, ma non e’ detta l’ultima parola…”. “Posso testimoniare – ha assicurato il president del Senato – che neanche Falcone credeva alla ‘pista nera’. Era più un dovere di ufficio portarla all’attenzione dei giudici perché la valutassero pienamente ed è stata completamente esclusa, seppure ci fossero degli elementi di sospetto. Su questo non c’e’ mai stato dubbio. Tutti i collaboratori di giustizia ci hanno detto che e’ stata la mafia, magari come braccio armato di altri interessi, ma certamente la mafia”.

Come è noto il legale della famiglia Mattarella, l’avvocato Francesco Crescimanno, ha avviato da mesi una complessa attività di analisi delle carte processuali e dei documenti per ottenere l’apertura di un nuovo filone di indagini.