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08/01/2017 06:30:00

Meningite, psicosi anche in provincia di Trapani. Boom di vaccinazioni e tensioni all'Asp

 E' psicosi meningite ovunque. Dalla Toscana alla Sicilia, a Trapani, dove nei giorni scorsi c'è stata una corsa alle vaccinazioni e si sono sfiorati momenti di tensione.
Sono 150 i vaccini che l'Azienda sanitaria provinciale, presso l'apposito ufficio alla cittadella della salute, ha somministrato ogni giorno agli utenti che ne hanno fatto richiesta.
Anche in provincia di Trapani è arrivata la paura per le notizie che rimbalzano soprattutto dalla Toscana, in cui ci sono stati diversi casi. In Sicilia non c'è nessun allarme, e la situazione è sotto controllo come ha specificato anche il Ministero della Salute. Ma la corsa al vaccino sta intasando ambulatori e farmacie. Sono stati presi d'assalto i centri vaccinali delle nove Asp della Sicilia e le farmacie per sottoporre a profilassi i bambini e gli adolescenti dai 12 ai 30 anni.
Gli epidemologi hanno definito questa corsa al vaccino “un'emergenza mediatica”, dovuta più a una paura e psicosi che a un effettivo rischio contagio.
I trapanesi in questi giorni hanno preso d'assalto la Cittadella della Salute per chiedere la vaccinazione contro il menigococco C, quello che ha causato i decessi in queste settimane e di fatto il più pericoloso.
In alcuni giorni si sono toccate punte di 300 richieste di vaccinazioni. Visto questo aumento di richieste l'Asp di Trapani a partire dal 2 gennaio scorso ha triplicato il numero di Unità vaccinali, già raddoppiato ad inizio dicembre.
Nei giorni scorsi si sono registrate scene di caos alla Cittadella della Salute e c'è stato bisogno dell'intervento dei carabinieri. La lunga attesa per praticare i vaccini anti meningite ha portato non poche tensioni e malumori. Le operazioni di vaccinazione sono andate a rilento e dagli uffici dell'Asp hanno dovuto interpellare le forze dell'ordine. I Carabinieri hanno sedato gli animi degli utenti che hanno chiesto la vaccinazione e aspettavano da ore. Mercoledì invece sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia.
Il presidente provinciale dell'Ordine dei Medici, Rino Ferrari, ha spiegato che la meningite si trasmette attraverso gli starnuti, le lacrime e il bacio, come il virus dell'influenza, e per questo è il più pericoloso.

Questo è il punto della situazione sulla meningite diramato dal Ministero della Salute.

Il termine "meningite" si riferisce a una condizione clinica di gravità variabile, che, soprattutto, può essere determinata da germi assai vari che colpiscono in maniera episodica, difficilmente prevedibile, attraverso contatti/portatori sani, la cui identificazione è importantissima per sviluppare azioni di contenimento della diffusione dei germi stessi.
Possono causare la meningite batteri come il meningococco (di vari ceppi, come il tipo B e il tipo C, molto aggressivo, di recente e alta visibilità nelle cronache a causa della sua concentrazione in Regione Toscana e della sua letalità, oppure altri tipi come A, Y, W135), lo pneumococco (l’agente della polmonite invasiva), l’emofilo influenzale, ma anche il bacillo della tubercolosi, così come stafilococchi, streptococchi e batteri coliformi (batteri comuni, ma con aggressività variabile, spesso secondo le condizioni di salute della persona colpita), che però non danno origine alla malattia nella sua forma invasiva.
Nel 2016 sono stati segnalati 178 casi di meningite da meningococco, con un’incidenza in lieve aumento rispetto al triennio 2012-14, ma in diminuzione rispetto al 2015. Ciò è dovuto alla presenza in Toscana di una trasmissione più elevata che nel resto d’Italia, dove la situazione è costante, soprattutto per quanto riguarda l’infezione da meningococco di tipo C negli adulti già notata nel corso del 2014.
Il numero totale dei casi di meningite, dovuti, quindi, anche agli altri germi indicati, è passato da 1479 nel 2014, a 1815 nel 2015 e a 1376 nel 2016, quindi con una discreta diminuzione rispetto al biennio passato. Per esempio, si sono verificati 940 casi di meningite da pneumococco nel 2016 (rispetto ai 1256 casi del 2015) e 80 da emofilo (rispetto ai 131 del 2015): come si vede una tendenza in diminuzione.
E’ anche da dire che la letalità della meningite è di circa il 10% nei casi dovuti a pneumococco (98 deceduti su 940 pazienti nel 2016) e di circa il 12% nei casi da meningococco (21 su 178 pazienti), che aumenta al 23% nel caso in cui il ceppo di meningococco sia il C (13 su 51 pazienti).
Non si intende certamente minimizzare la gravità, spesso, della patologia, ma semplicemente riportare la questione entro i parametri della documentazione oggettiva.
Al momento non esiste alcuna situazione epidemica, la circolazione dei germi che causano la malattia è nella norma attesa in linea coi numeri degli ultimi anni, il presidio preventivo rappresentato dalla vaccinazione è disponibile per le classi di età a rischio e per le persone che presentano rischi particolari di contrarre una malattia invasiva grave e sarà in distribuzione gratuita secondo le previsioni del nuovo Piano nazionale, inserito per questi motivi nei Livelli Essenziali d’Assistenza che il Sistema Sanitario Nazionale eroga. I nostri ospedali e i nostri medici garantiscono comunque e sempre un’assistenza e una terapia di primissimo ordine ai pazienti che vengano ricoverati per meningite.
Il Ministero sta operando per garantire il consolidamento della copertura vaccinale, a supporto delle Regioni, anche con studi e ricerche che possano chiarire i meccanismi di trasmissione e di virulenza dei germi.
Questo non significa non essere attenti e non garantire interventi tempestivi e mirati ogni volta che si verifichi una caso di meningite, così come non ci si stancherà mai di raccomandare la vaccinazione secondo la scheda vaccinale nazionale in corso di pubblicazione, ma è altrettanto vero che l’opinione pubblica deve poter comprendere con precisione quali siano i rischi e quali siano i comportamenti da tenere, escludendo ogni ingiustificato allarmismo.
Per quanto riguarda il meningococco di tipo C, il più letale, le cifre dicono che ha causato 36 decessi negli ultimi quattro anni, in una popolazione di quasi 65 milioni di persone. Considerando tutti i ceppi di meningococco che danno la meningite, non si supera il 10% della letalità, anche in questo caso con 711 casi nel quadriennio (178 nel 2016) e 77 decessi registrati complessivamente (17 nel 2016). Se consideriamo l’intero quadriennio analizzato (dal 2013 al 2016), abbiamo 629 decessi per meningite da qualsiasi causa, a fronte di 6786 pazienti diagnosticati.
Per dare un’idea comparativa, i decessi da incidente stradale nel nostro Paese sono stati 3419 solo nell’anno 2
015.