Il consiglio comunale di Trapani, nella giornata di lunedì, ha votato favorevolmente la delibera sulla decadenza di Mimmo Fazio da consigliere comunale. La delibera però non è ancora esecutiva perché 18 dei consiglieri si sono astenuti dalla votarla.
Immediate le repliche sia dell' onorevole Fazio che del gruppo Progetto per Trapani Uniti per la Sicilia.
Fazio parla di voto politico: «Voglio rassicurare i cittadini trapanesi. Parteciperò alle elezioni amministrative. Mi candiderò alla carica di sindaco». Lo dichiara Fazio a caldo. Continua: «La delibera che decreta la mia decadenza da consigliere comunale, anche dal punto di vista prettamente giuridico, - spiega Fazio - non inficia affatto la mia candidatura a sindaco, sebbene ad alcuni miei avversari politici faccia comodo ingenerare confusione tra gli elettori. Oggi stesso, contro il tentativo maldestro di escludermi dall’agone politico, ho provveduto a depositare ricorso al TAR di Palermo avverso la delibera di decadenza e alle precedenti propedeutiche delibere».
L'ex sindaco di Trapani si porta avanti e parla di un accordo tra varie forze volte solo a decretare la decadenza:
"Il voto di ieri sera consegna con chiarezza una verità: l’on. Nino Oddo, leader dei socialisti trapanesi, l’on. Paolo Ruggirello, magna pars del PD trapanese, e aree di Forza Italia vicine al senatore d’Alì, hanno chiuso un accordo. I consiglieri socialisti di Nino Oddo potevano essere l’ago della bilancia per arginare questa farsa della incompatibilità ma, evidentemente, hanno preferito mettere in campo la naturale disposizione agli intrighi di un esponente politico, come Oddo, che nelle scorse settimane chiedeva con insistenza di discutere con me delle alleanze per le prossime elezioni amministrative, e che al mio rifiuto ha agito come meglio sa fare".
Fazio lo spiega anche perché non scende ad accordi con Nino Oddo: "Non mi sarei mai alleato con chi utilizza i soldi pubblici come fa lui, distribuendo a destra e a manca incarichi attraverso il suo ruolo di deputato Questore all’ARS, con contratti di collaborazione quanto meno discutibili. Siamo lontani anni luce. Poi se i trapanesi intendono farsi amministrare da Oddo, Ruggirello, dal Pd e da d’Alì, facciano pure, lo possono decidere nelle urne».
La replica di Oddo è avvenuta nell'immediato:
“Come già ho avuto modo di ricordare in altri casi, l’autorevolezza di un politico si misura quando è chiamato a gestire una sconfitta. Comprendo che l’on. Mimmo Fazio non ha trascorso una bella nottata, dopo la decadenza proclamata dal Consiglio comunale di Trapani di ieri sera, ma questo non lo giustifica sulle cadute di stile che leggo in merito alle sue esternazioni".
Continua Oddo: "I consiglieri del PSI, nel corso delle precedenti due votazioni sull’argomento, si erano astenuti; ritenevamo infatti questa posizione corretta e rispettosa anche della persona e del parlamentare coinvolto. Ebbene, nei giorni scorsi, il movimento di Fazio ci ha attaccato pesantemente per questo atteggiamento, ritenuto ‘pilatesco’. In questa terza votazione, pertanto, anche su loro sollecitazione, abbiamo partecipato al voto. L’esito del voto non è stato quello auspicato da Fazio? Ce ne dispiace, ma il PSI ha votato liberamente, senza accordi preventivi né con lui né con altri, perché il sottoscritto, quando fa gli accordi, ci mette la faccia. Non come l’accordo trasversale Fazio-Tranchida, che i due negano ma che ormai è un segreto di Pulcinella”.
A Trapani volano già i coltelli, sarà campagna elettorale al veleno e senza esclusioni di colpi. Anche Francesco Brillante,segretario PD a Trapani, lancia dure accuse a Fazio. Addirittura Brillante rispolvera un PD garantista:
"L’ormai ex consigliere è un pregiudicato, condannato in sede penale in via definitiva per un reato di violenza commesso al tempo in cui era Sindaco, per i quali effetti risarcitori è stato coinvolto il Comune di Trapani, e da li la lite che determina da decadenza, che non è causa di una decisione dei “cattivi” consiglieri, ma effetto di un condotta criminosa personalmente compiuta da Fazio e acclarata in diversi gradi di giudizio in via definitiva."
Piero Savona, il candidato alla carica di sindaco nel trapanese dei dem, ha detto la sua indicando la decadenza di Fazio come una lotta interna al centro destra che ha consumato l'intera città e che ha portato l'attuale sindaco Damiano a governare Trapani. Dice Savona: "E’ bene comprendere se questo voto sia frutto del momento, o un accordo strategico che potrebbe ridefinire un nuovo quadro di alleanze in prossimità delle elezioni di maggio – aggiunge - ciò, per quanto mi concerne, non è indifferente anche se dovessi essere, seppure di riflesso, beneficiario di tale condizione".
"Uniti per il Futuro" è convinto che la decadenza di Fazio sia stata voluta da forze esterne a palazzo Cavarretta. Sostengono i militanti della formazione vicina a Fazio infatti che "il voto non sorprende. È l'epilogo, "innaturale", cui si è giunti per effetto delle volontà convergenti dello stesso sindaco Vito Damiano e di personaggi esterni al consiglio comunale con l'obiettivo, ormai acclarato dai fatti, di escludere l'on Fazio non solo dall'aula di Palazzo Cavarretta ma, soprattutto, dalle prossime elezioni amministrative e dalla competizione alla carica di sindaco".
Terminano quasi con un avvertimento:
"Chi ha scritto il soggetto di questa farsa non pensi che sia calato definitivamente il sipario. Nei prossimi giorni altri saranno protagonisti, non più nell'aula consiliare, ma più appropriatamente nelle aule giudiziarie, nella quali questa vicenda sarà riletta nella giusta luce e, verosimilmente, riscritta. E come già sinteticamente commentato dall'on. Fazio dopo il consiglio comunale del 23 gennaio scorso: «ride bene chi ride ultimo».
E anche Progetto per Trapani conferma l'asse Forza Italia-D'Ali'/Ruggirello - PD con l'aggiunta del Psi -Nino Oddo che hanno votato a favore dell'atto. La parola passa adesso al TAR di Palermo che si pronuncerà circa la validità o meno dell'atto. Intanto ciò che eè certo è che l'onorevole Fazio si candiderà indipendentemente dalla decadenza, in barba ai suoi nemici politici, D'Alì in testa.