Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
17/03/2017 08:20:00

Chiesta condanna per infermiera in aspettativa per genitori, ma in vacanza a Santo Domingo

 Un anno di carcere è stato chiesto dal pubblico ministero Anna Cecilia Sessa per l’infermiera dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, Teresa Ragusa, processata con rito abbreviato, con l’accusa di “falso materiale per induzione”, per avere chiesto e ottenuto due mesi di aspettativa senza stipendio “per gravi motivi familiari”, ma che poi ne approfittò per andare in vacanza con la famiglia a Santo Domingo per sei settimane.

Il processo si svolge davanti al gup Francesco Parrinello. A difendere l’infermiera del reparto Dialisi è l’avvocato Stefano Pellegrino, che ha chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste o comunque non costituisce reato”. Sottolineando che durante i due mesi di assenza dal lavoro l’infermiera non ha percepito stipendio, né avanzamento di anzianità.

“Non c’è stato nessun danno per l’ente datore di lavoro – ha dichiarato l’avvocato Pellegrino – Tra altro, le certificazioni per cui era stata chiesta l’aspettativa erano anche per gravi motivi di famiglia, perché la mia cliente si era separata dal marito e per riappacificarsi e riprendere la relazione è andata a farsi un viaggio con lui e i figli”. L’Asp, però, si è ugualmente costituita parte civile. L’aspettativa era stata ottenuta dalla Ragusa per il periodo compreso tra l’1 dicembre 2015 e il 31 gennaio 2016. L’infermiera motivò la richiesta con un’istanza in cui attestava che si era venuta a creare una “situazione di disagio” a casa dei suoi genitori “che vivono soli a Palermo”. Aggiungendo che “si tratta di persone anziane con problemi di salute”. E per questo era necessaria la sua assistenza. L’indagine è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura e coordinata dal pm Niccolò Volpe.