Stop della Regione alla centrale elettrica di Favignana della Sea. La redazione di Tp24 segue la vicenda da tempo avendo sollevato il caso con una inchiesta che potete leggeri qui . La novità è che la scorsa settimana è stato firmato dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, dopo l’audizione in quarta commissione all’ARS, il provvedimento che sospende l’iter amministrativo per l'eventuale trasferimento della centrale elettrica a Favignana e la relativa variante urbanistica di competenza del Consiglio Comunale.
Ricordiamo i passaggi salienti di questa vicenda. La Sea - Società Elettrica di Favignana Spa, della famiglia palermitana Accardi, che la detiene con la Selma Srl, proprietaria della centrale di contrada Madonna costruita negli anni ’70 -, aveva presentato il progetto di una moderna centrale da 25 megawatt con capannoni industriali in cemento armato, opere e i macchinari necessari per la produzione, sette generatori a gasolio e tre fumaioli da 15 metri su un’area di circa due ettari in contrada Fossafelle a due passi da Cala Azzurra.
Sul progetto si erano schierati contro i cittadini di Favignana, le associazioni ambientaliste e la stessa amministrazione comunale. Per cercare di ammorbidire la situazione ci fu un cambio di rotta della stessa Sea che decise di dare una svolta green al proprio progetto per venire incontro alle esigenze dell'amministrazione, con un maggiore utilizzo in sede progettuale delle fonti di energia alternativa. La Sea comunicava di voler mettere dei pannelli fotovoltaici sul tetto e trasformare così il suo impianto con l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
Ai media è stato annunciato l’idea di una nuova centrale con pannelli fotovoltaici. Insomma un impianto più «green», ma con molte ombre. E infatti quel progetto non si è mai concretizzato con una documentazione tecnica né al Comune né alla Regione. A febbraio gli uffici della Regione hanno scritto al Comune dicendo di riprendere l’iter, ma martedì scorso è stato sospeso di nuovo.
Si riaccende così il dibattito sul futuro della produzione energetica dell’isola. Per giovedì a Favignana è stato convocato un tavolo tecnico, al quale parteciperanno il Comune, la Sea Spa e i rappresentanti del Comitato Green Egadi. Da un parte c'è il progetto della centrale "ibrida", a gasolio ma ecosostenibile con i pannelli solari sul tetto, dall’altra la costruzione di un cavidotto con la terraferma che vede favorevole lo stesso comitato Green Egadi e il Comune.
D'accordo alla costruzione del cavidotto si dice il parlamentare del M5S Giampiero Trizzino che è intervenuto sulla vicenda della centrale elettrica commentando cosi: “Con quello che costa ai contribuenti, basterebbe un solo anno di rimborsi che la Sea Spa percepisce dalla Cassa Settore Elettrico Ambientale per costruire un cavidotto sottomarino da Trapani all’isola a impatto zero".
"Possiamo ritenerci soddisfatti - aggiunge Trizzino - perché nonostante la società SEA ritenga che la costruzione della centrale non sia impattante, in realtà gli effetti sull'ambiente sarebbero di certo significativi, considerando anche che con il costo di costruzione dell’elettrodotto sommerso, da realizzare peraltro una sola volta, si spenderebbe meno di un terzo di quanto ha incassato la Sea in tre anni, ovvero circa 40 milioni di euro dal 2013 al 2016".
Nell'attesa che il Ministero dell'Ambiente dia il via libera al decreto con le indicazioni sulla produzione di energia elettrica nelle isole minori, la conferma della possibilità della costruzione del cavidotto arriva anche dal sindaco delle Egadi, Giuseppe Pagoto: "Abbiamo ricevuto conferma direttamente dall’amministratore delegato di Terna della loro disponibilità a definire un progetto per il cavidotto".
Sullo stop della Regione alla centrale della Sea, c'è l'intervento di Pietro Giangrasso, portavoce della Federazione dei Verdi alle Isole Egadi:
“Dopo più di un anno i cittadini residenti sull’isola di Favignana possono tirare un sospiro di sollievo, con la sospensione dell’iter per la realizzazione di una centrale elettrica in zona Fossafelle. La sospensione era un atto dovuto che lo stesso Assessorato doveva già firmare tempo addietro ma, purtroppo, si è preferito aspettare e far prevaricare la burocrazia con atti firmati e poi ritirati, ma la cosa importante è che si sia arrivati alla sospensione. E' un passo importante che da la possibilità di individuare un percorso alternativo alle fonti fossili anche per Favignana. Proprio un recente studio realizzato dal BP Energy Outlook 2016 ha dimostrato che l’Italia ha già ampiamente raggiunto l’incidenza del 40% sulla produzione elettrica di fonti rinnovabili, quindi non comprendo il perché Favignana non debba abbandonare anche gradualmente le fonti fossili. Abbiamo inviato una nota al Sindaco di Favignana dove abbiamo chiesto di poter partecipare al tavolo tecnico che si terrà la settimana prossima".