"Assoluzione per non aver commesso il fatto". E' questa la richiesta dell'avvocato Nino Sugamele, difensore di Alessandro Bulgarella, il lavapiatti di Valderice sotto processo per l'omicidio di Uwadia Bose, il cui corpo è stato trovato vicino al cimitero di Custonaci la vigilia di Natale del 2013.
Nel corso dell'ultima udienza davanti alla Corte d'Assise presieduta da Angelo Pellino, l'avvocato difensore di Bulgarella ha criticato la linea della Procura cercando di smontare le tesi, secondo cui, la vittima sarebbe stata uccisa per una rapita male, fatto che aveva portato il pm Belvisi a chiedere una condanna per Bulgarella a 25 anni di carcere di cui 22 per l'omicidio e 2 per rapina. Nella sua arringa Sugamele ha definito le indagini superficiali evidenziando che non sono state recuperati i filmati lungo la litoranea nord che corrisponderebbe al percorso che avrebbe dovuto fare l'omicida per andare ad occultare il cadavere della donna.
L'avvocato Sugamele ha evidenziato inoltre l'inopportunità delle indagini condotte da un inquirente parente con il precedente difensore di Bulgarella. Sin dall'inizio le indagini sull'omicidio di Uwadia Bose si indirizzarono nell'ambiente del giro della prostituzione e furono svolte tramite intercettazioni e controlli di tabulati telefonici. Alla fine della sua arringa Sugamele ha detto che, secondo alcune rilevazioni scientifiche Bulgarella nell’ora dell’omicidio era in chat a casa propria, che il suo telefono ed il suo computer "non si sono mai disconnessi dalla cella telefonica di contrada Bufara”. Prossima udienza fissata il 16 maggio per le repliche e la sentenza.